BellaMa’

Bella Ma’, “allevo solo i miei figli”. La domanda su Meloni fa arrabbiare Fini

Gianfranco Fini appare di nuovo in televisione. L’ex leader di Alleanza Nazionale e presidente della Camera ha partecipato alla seconda puntata speciale di “BellaMa’” dal titolo “Cos’è il senso dello Stato?”. Dopo Fausto Bertinotti, Fini ha risposto alle domande del conduttore Pierluigi Diaco, che è andato a toccare l’argomento Giorgia Meloni: «Lei è un uomo di sentimenti, ma che ha sempre cercato di governarli. Le faccio, quindi, una domanda che ha a che fare con il sentimento. Lei ha contribuito a formare una giovane militante Meloni, che oggi è il presidente del Consiglio, che effetto le fa?». Fini ha risposto così: «Il presidente Bertinotti, che stimo e credo di poter dire che godo della sua stima, quando era Presidente della Camera mi disse ‘Giorgia Meloni ha presieduto da vicepresidente in modo ineccepibile’. Non aveva alcuna esperienza, ma studiava. Credo che la grande qualità che abbia quella donna è che quando si sente impreparata, o teme di esserlo, studia. E quindi non improvvisa».  Poco prima di elogiare Meloni, Fini aveva interrotto Diaco che aveva presentato l'ex politico come colui che «ha allevato la leader di Fratelli d’Italia». Un’introduzione per una domanda che ha causato una replica secca: «Io non ho allevato nessuno, diciamolo chiaramente. Al massimo ho allevato i miei tre figli».

 

 

Fini ha poi risposto a domande del pubblico in studio in tema di Costituzione e di riforme secondo lui auspicabili: «Le Regioni, che sono state istituite nel 1970, oggi hanno un ruolo molto importante nella vita della Repubblica. Si sta discutendo tra l’altro dell’autonomia, cosiddetta, differenziata. E allora perché non pensare di guardare un pò in Europa, dove per esempio c’è il modello tedesco, che prevede il Bundestag, equivalente della nostra Camera dei deputati, e poi c’è il Bundesrat, che loro chiamano Camera dei Lander, ovvero delle Regioni. Ovviamente questo è un modello che non può essere trasferito automaticamente in Italia, ma secondo me può funzionare proprio perché portando le istanze regionali al livello più elevato del secondo ramo del Parlamento si garantirebbe forse di più quella coesione nazionale, che è uno dei valori costituzionali che non può mai essere messo in discussione. Il divario tra Nord e Sud è nella logica delle cose, siamo quindi sicuri che dare più potere ad alcune Regioni non significhi aggravare ancora di più quel divario? Secondo me - la conclusione di Fini - un Senato delle Regioni potrebbe essere un buon antidoto».