CHI ELOGIA

L’Aria che Tira, per una volta Giannini sta con Meloni-Salvini: “Italia lasciata sola sui migranti”

Massimo Giannini ospite di Myrta Merlino nella puntata del 14 novembre de L’Aria che Tira per approfondire la questione migranti. Il direttore de La Stampa, ospite della trasmissione di La7, dice la sua sul comportamento del governo e l’attuale situazione europea sull’accoglienza: “Cervelli chiusi come i porti, fossi in Matteo Salvini sarei meno orgoglioso di lui, ma non per ragioni di posizionamento politico. Io ragiono nell’ottica di interesse nazionale, quello che il governo delle tre destre rivendica con forza, anche nel discorso di Giorgia Meloni per la fiducia alla Camera e al Senato. In questo momento abbiamo bisogno di sponde in Europa e a livello internazionale, per portare avanti le nostre politiche, quelle che riguardano l'interesse nazionale. Che vanno dall’economia, c’è da riformare un patto di stabilità e rivalutare se il Pnrr debba essere rimesso a regime dopo tutti i cambiamenti e il boom dell’inflazione. C’è un tema migranti gigantesco, e in questo caso hanno ragione sia Meloni e Salvini che l’Italia è sempre stata lasciata da sola, l’Europa non fa l’Europa in questo caso. 

 

 

“Ci sta assolutamente la rabbia dell’Europa, ma cui prodest se questa è la situazione? L’Italia - ribadisce ancora Giannini - è lasciata un po’ al suo destino e quindi non abbiamo interesse a prendere a calci sui denti Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Ursula von der Leyen. Abbiamo interesse ad aprire quel dossier e collaborare con loro per far sì che l’Europa faccia l’Europa. Se li prendiamo a calci sui denti i risultati sono quelli visti ieri, con una posizione congiunta tra Francia e Germania in cui dicono che Meloni è perdente”.

 

 

Poi Giannini conclude il ragionamento: “Meloni è un grosso punto interrogativo, l'Italia vive una fase di trapasso pieno di incognite. C’è stato un deragliamento significativo, non è la prima volta che tocca al Presidente della Repubblica riportare sui giusti binari la collocazione internazionale del nostro Paese. Era già successo ai tempi dei gilet gialli e di Luigi Di Maio…”.