guerra in ucraina

Le sanzioni non piegano la Russia. La rivendicazione di Di Battista: cresce l’economia, errori di Draghi

"Sull'impatto delle sanzioni ci siamo sbagliati". Prendendo spunto da un articolo che riferisce la nuova analisi del Fondo Monetario Internazionale in merito alla situazione economica della Russia dopo 8 mesi di guerra in Ucraina, Alessandro Di Battista si toglie diversi sassolini dalla scarpa. L’ex volto di punta del Movimento 5 Stelle manda bordate a Mario Draghi e a Volodymyr Zelensky, non risparmiando neanche Giorgia Meloni, futura premier d’Italia: “Da otto mesi ci ripetono continuamente due cose. La prima è che occorre inviare sempre più armi in Ucraina per costringere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati. La seconda è che le sanzioni stiano producendo gli effetti desiderati (dunque cari italiani portate pazienza e accettate i drammi che state vivendo perché siamo nel giusto). Tuttavia negli ultimi giorni è accaduto qualcosa. Zelensky ha firmato un decreto che impedisce all’Ucraina di sedersi al tavolo delle trattative con Putin e, inoltre, cominciano a circolare alcuni numeri che mettono in dubbio la strategia delle sanzioni”.

 

 

“‘Sull’impatto delle sanzioni ci siamo sbagliati. Il Fondo Monetario migliora ancora le stime sulla Russia’ è il titolo di un articolo uscito due giorni fa sull’HuffPost (gruppo Gedi, mica la Pravda russa). Mentre l’Economist, prestigioso settimanale (tra l’altro di proprietà di Exor, holding finanziaria olandese controllata dagli Elkann-Agnelli che controlla proprio il gruppo Gedi oltre che Stellantis, Iveco, Ferrari e la Juventus) pubblica un altro articolo intitolato così: ‘Mentre l'Europa cade in recessione, la Russia ne esce. I dati in tempo reale mostrano un'economia debole ma in rafforzamento’. Ricordatevi chi da mesi - sottolinea Di Battista nel post pubblicato su Instagram - si becca insulti di ogni tipo per aver detto tutto questo e aver osato criticare la strategia Draghi sulla guerra in Ucraina, strategia che sembra copiare al 100% anche la Meloni”.