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DiMartedì, Alessandro Di Battista su Quirinale e M5S: "Testimone oculare". Floris lo stronca

Giada Oricchio

Sono stato testimone oculare”. Durante l’ultima puntata di “DiMartedì”, il talk politico su LA7, il conduttore Giovanni Floris ha interpellato Alessandro Di Battista, ex Movimento 5 Stelle con il dono di sapere tutto e criticare tutti, proprio sugli stracci volanti all’interno al Movimento fondato da Beppe Grillo dopo il caos su Elisabetta Belloni, capo dei Servizi segreti, candidata Presidente della Repubblica e la mossa della disperazione di fare il Mattarella bis. Con la solita vis polemica, Di Battista ha urlato: “Si scontrassero, è evidente che ci fosse stato un cortocircuito. Io sono testimone oculare che Conte si fosse messo d’accordo con Letta e Salvini, e lo voleva anche la Meloni, sulla Belloni”.

I giornalisti presenti hanno avuto un sussulto per il retroscena choc: come era possibile che Di Battista, fuori dal Parlamento, fosse presente alle trattative tra i leader di partito e i grandi elettori? Il mistero è presto risolto: non c’era. Oculare per l’ex 5 Stelle significa “leggere cose”. I commentatori stupiti, infatti, lo hanno incalzato: “Perché dice oculare?!” e Di Battista: “Oculare nel senso che leggendo ho visto le cose. Nooo, non ero presente…”, poi ha bofonchiato e con discreta susta ha aggiunto: “Avevo il telefono e da determinate persone al telefono mi è stato detto che l’accordo c’era. Poi è stato obiettivamente cancellato da Letta che se l’è fatta sotto, per questo a Conte che si fida di lui, io oggi dico che di Letta non mi fido, da Di Maio che si è sentito con Guerini e da quella parte che voleva bocciare la Belloni”. E intanto i giornalisti se la ridacchiavano per quell'oculare che in realtà era un messaggio sul cellulare.