cronaca

Mafia: amico Piersanti Mattarella, 'tornò preoccupato da incontro con Rognoni'

AdnKronos

Palermo, 5 gen. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - "Quando Piersanti Mattarella tornò da Roma, dove ebbe un singolare incontro con l'allora ministro dell'Interno Virginio Rognoni, mi sembrò molto preoccupato, ma non mi disse il motivo. Io non gli chiesi il perché della sua preoccupazione, ma era un'impressione che tuttora, nonostante siano trascorsi 40 anni, ritengo fondata. Una concausa della sua uccisione potrebbe essere stata proprio quell'incontro a Roma e il colloquio che ebbe con il capo del Viminale di quel momento". A parlare con l'Adnkronos è Giovanni Cordio, uno degli amici più stretti di Piersanti Mattarella, l'ex Presidente della Regione siciliana, ucciso il 6 gennaio di 40 anni fa. Ma anche del Capo dello Stato Sergio Mattarella, con cui ancora oggi è in ottimi rapporti. Giovanni Cordio, oggi ultranovantenne, che faceva parte della corrente morotea della Democrazia cristiana, è convinto che nell'uccisione di Mattarella, ancora oggi avvolta nel buio perché non si conosce il nome del killer che sparò al Governatore, potrebbe avere avuto un ruolo il viaggio romano fatto poco tempo prima dell'omicidio al Viminale. Al processo il capo di gabinetto di Mattarella, Maria Trizzino, la sua più stretta collaboratrice, raccontò che al ritorno dalla Capitale, Piersanti Mattarella, "turbato" le avrebbe confidato che lei "doveva ricordarsi di quell'incontro romano" se per caso "gli fosse successo qualcosa". "Ma con me non parlò del contenuto di quell'incontro, eppure ci vedevamo tutti i giorni ed eravamo in ottimi rapporti- racconta oggi l'amico Giovanni Cordio - Però la mia impressione è che Piersanti fosse corrugato, come se temesse qualche pericolo impercettibile". Nel novembre del 1979, due mesi prima di essere ucciso a Palermo, l'allora Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella andò a trovare l'allora ministro dell'Interno Virginio Rognoni per sfogarsi sulle difficoltà incontrate nella guida di Palazzo d'Orleans. Come ha raccontato lo stesso Rognoni deponendo nel 2017 al processo sulla trattativa Stato-mafia a Palermo. "Piersanti Mattarella venne da me nel novembre del 1979 e mi disse: 'Sto combattendo una battaglia difficile, cerco di rovesciare la situazione, soprattutto sui lavori pubblici' e mi fece il nome di Vito Ciancimino come un nome che contrastava questa sua politica".