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Carceri: Uilpa, 'in Sicilia oltre 2.100 eventi critici nel primo semestre'

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AdnKronos
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Palermo, 17 ott. (Adnkronos) - "La Polizia Penitenziaria in questi sei mesi delll'anno 2019, ha gestito oltre 2.100 eventi critici tra cui atti di autolesionismo, manifestazioni di protesta collettive e singole, colluttazioni, tentati suicidi, tentativi di evasioni,ferimenti ed altro, ma ad oggi al netto della parole il Ministro Bonafede ed il Capo del Dipartimento e tutti gli organismi nazionale e regionali non stanno facendo nulla per evitare il peggio….”. Sono le parole di Gioacchino Veneziano, segretario Uilpa Polizia penitenziaria Sicilia. "E necessario – insiste Veneziano – “accelerare con un piano di assunzioni di personale straordinario, perché quello sbandierato contiene solo i numeri per il turnover, quindi oggi in Sicilia operano sulla carta 3700 poliziotti che con ovvia sottrazione di quello impiegato in compiti sussidiari alla sicurezza, a quelli per le traduzioni e per le scorte, e quelli assenti per la fruizione dei diritti, rimangono al netto appena che 1200 poliziotti penitenziari che nell'arco delle 24 ore si occupano di vigilare sugli oltre 6500 detenuti rinchiusi nelle 23 carceri siciliane;…in pratica 460 unità per singolo turno!..". "Inoltre- continua il Segretario della UIL -la classifica degli eventi critici conferma che in certe strutture penitenziarie vi è necessità di interventi massici, tra cui Barcellona Pozzo di Gotto, seguita da Palermo Pagliarelli,Trapani, Siracusa e Agrigento , quindi è davvero obbligatorio accendere i riflettori verso la sanità all'interno delle carceri in quanto negli ultimi anni si è registrato un sensibile incremento di detenuti affetti da malattie mentali/e/o psicofisiche che rendono difficoltosa per non dire impossibile la loro permanenza in strutture carcerarie, aumentando i rischi di incolumità ai quali i poliziotti sono sottoposti e obbligati ad operare, per non parlare”. "Infine - conclude il rappresentante della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia -dei numerosi trasferimenti dei detenuti nelle strutture ospedaliere, con conseguente grave rischio per la sicurezza pubblica in caso di eventi critici”.

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