couture

L'alba di Fendi è sul Colle Palatino

Katia Perrini (foto Nicola Dalla Mura)

Dice che è forte e coraggiosa. Che non ha paura. Ma un po’ il cuore le sarà salito su fino in gola, a vedere in passerella la sua prima collezione couture firmata da sola. Silvia Venturini Fendi, ieri sera ha portato, in uno dei luoghi più belli e suggestivi della sua Roma, le creazioni autunno-inverno 2019-2020 dal titolo «The dawn of romanity». Nel Tempio di Venere, sul colle Palatino, dove si dice sia stata fondata la Città Eterna, in un giardino all’italiana affacciato sul Colosseo, hanno sfilato 54 look. Tanti quanti gli anni di collaborazione tra la maison dalla doppia F e Karl Lagerfeld. Il Kaiser c’è ma non si vede in questa collezione che vuol essere un omaggio a un uomo che ha vissuto in simbiosi con le donne della famiglia Fendi. E viceversa.  «Ho conosciuto Karl a 4 anni - racconta Silvia - per me era più interessante guardarlo lavorare che andare a scuola. Adoravo stargli accanto. A 15 anni invece di andare a ballare stavo fino a tardi in atelier. Io lo divertivo con il mio carattere ribelle. Gli anni al suo fianco sono stati fantastici, di privilegio. In questa collezione c’è tutto quello che ho imparato da lui e dalle donne della mia famiglia». Venturini Fendi, per il suo debutto da sola, è partita dal cinema di cui è innamorata. «Con Lagerfeld si cominciava dai libri», dice la direttrice creativa della maison romana. E quindi l’inizio è stato il fim «Gruppo di famiglia in un interno», protagonista una donna del Nord forte che irrompe con la sua modernità in un ambiente «antico». La nuova donna Fendi si ispira quindi agli Anni Settanta, è forte, rivoluzionaria, di una eleganza sublime ma contro ogni convenzione. Ha tutto il fascino cinematografico di una donna romana. Se già la splendida location era stata individuata proprio sul Palatino assieme a Karl (che è scomparso lo scorso 19 febbraio), l’ispirazione per la prossima stagione invernale è duplice: dalla secessione viennese lagerfeldiana, alla romanità tutta di Silvia: «Sono partita dal libro di Raniero Gnoli "Marmora Romana"». Le venature del marmo si ritrovano quindi stampate e riprodotte su tessuti, cachemire e pellicce. «Mi sono ispirata poi agli archivi - racconta ancora Venturini Fendi - ma in maniera libera e istintuale per evitare riferimenti specifici ed entrare nella ripetitività che a Karl non sarebbe piaciuta. Ho voluto dimostrare che il futuro si può scrivere sulle pagine del passato». Nell’atmosfera magica dell’antica Roma, appena calate le luci del giorno e sulle note della musica dal vivo della compositrice italiana Caterina Barbieri, si muovono abiti impero drappeggiati, gonne longuette, pantaloni palazzo in gazar marmorizzato sostenuti da lingerie satinata. Sulle creazioni con le maniche alla magiara le spighe di grano sono ricamate in rafia. Le perline percorrono i corpetti a griglie ottagonali. Tessuto e pelliccia si alternano, convivono, si intrecciano con la stessa leggerezza. La rafia e il cachemire lavorati sapientemente sembrano pelliccia. E le stesse lavorazioni preziose si ritrovano nelle borsette, le mitiche Baguette. (Per gli amanti di Fendi la collezione sarà visibile dal 7 al 14 luglio dalle 10 alle 22 nel quartier generale dell’azienda al Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur).  Tantissimi i volti famosi che hanno popolato la prima fila: da Catherine Zeta Jones accompagnata dalla figlia Carys Douglas a Susan Sarandon. Da Chiara Ferragni e Fedez a Maria Carla Boscono e Louis Garrel. E ancora Alba Rohrwacher, Margherita Buy, Isabella Ferrari, Vittoria Puccini, Valentina Cervi e Miriam Leone. Cinquecento in tutto gli invitati che poi si sono spostati sotto l’Arco di Tito lungo la Via Sacra, per il banchetto finale tra vigneti, ulivi, melograni e fichi. Silvia Venturini, raggiante, ora è una donna sola al timone dell’ufficio creativo. E il suo grande debutto sembra perfettamente riuscito.