IL GIORNO DEL GIUDIZIO

Il partito di Renxit

Luigi Bisignani

Caro direttore, al rottamatore l’ultimo azzardo non è riuscito e si dimette con dignità da Presidente del Consiglio. Ma non è detto che da Renxit non si arrivi ad un nuovo Partito di Renzi. La parola ora va al Quirinale. Sperava nel plebiscito e si trova di fronte un paese che si è spaccato, non tanto sul referendum sulla Costituzione, ma sulla gestione sfrontata del potere. Una bocciatura per un Premier accolto come un «messia» innovatore che ha finito,invece, per incarnare i poteri forti, da Marchionne a De Benedetti, da Goldman Sachs a Confindustria. Renzi paga una presenza ossessiva sui media, dai tg ai grandi quotidiani, finendo per perdere il contatto con un Paese che l’aveva accolto trionfalmente. Paga una gestione troppo personalistica del suo governo, annientando ministri, procedure e corpi intermedi. Lascia alle spalle una sinistra allo sbando, un Pd diviso in mille rivoli, da D’Alema a Franceschini, ma anche un centro-destra alla ricerca di una nuova unità. E in questa destra ancora una volta la differenza l’ha fatta Berlusconi, indomito pirata che sentendo il fiuto della vittoria si è buttato nella mischia, incurante delle extrasistole e dei consigli dei suoi medici. Mentre il dato allarmante viene da Grillo, che si può giustamente intestare questa vittoria, sulla quale aveva puntato tutto, senza tralasciare di mandare il suo popolo compatto alle urne minacciando una vittoria dei Sì. Sergio Mattarella, nel suo primo difficile passaggio da quando è al Quirinale non potrà però prescindere da Matteo Renzi, se resta segretario del Pd. E sarà comunque lui ad indicare un suo successore, che potrebbe essere Pier Carlo Padoan per rassicurare i mercati o Graziano Delrio per far approvare una nuova legge elettorale. Ma il premier dimissionario ha ancora un jolly in mano: il Partito di Renzi, che parte da una forte base elettorale perché questa sconfitta, di cui si è preso la responsabilità, è anche una sua affermazione personale. E si sa bene che Matteo i telefonini di Fedele e Denis li conosce a memoria.