LA RICORRENZA

Cinquantasette anni fa lo Stadio dei Marmi preparava l’Italia al bronzo olimpico a squadre

Daniela Cursi

La Città di Roma si prepara ad ospitare il Longines Global Champions Tour, concorso ippico internazionale che segna il secondo appuntamento equestre nella capitale dopo Piazza di Siena. Da Villa Borghese allo Stadio dei Marmi Pietro Mennea, Roma si conferma sede di eccellenza dell’equitazione.  E, mentre vengono ultimate le fasi di allestimento, l’arena del Foro Italico festeggia un'altra ricorrenza: era l’11 settembre 1960 quando Antonio Oppes (The Scholar), Raimondo (Posillipo) e Piero d’Inzeo (The Rock) realizzavano lo storico risultato ai Giochi della XVII Olimpiade  di Roma, conquistando il bronzo a squadre  allo Stadio Olimpico, dopo aver vinto l’oro e l’argento individuale a Piazza di Siena. Medaglie, queste ultime, ottenute rispettivamente da Raimondo e Piero. o Stadio dei Marmi, allora, era il campo prova per i binomi in sfida. Nel festeggiare questa ricorrenza Roma ribadisce di essere stata la storica culla dell’equitazione. Per affermare ciò, occorre riavvolgere il nastro intorno al 1900, quando Federigo Caprilli, presso le strutture dell’ippodromo militare di Tor di Quinto, ideò il “sistema naturale di equitazione”, in uso ancora oggi in tutto il mondo. Nato come allenamento per i cavalli soldato, questo sistema è basato sul principio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile mentre affronta gli ostacoli. Attraverso questo sistema, Caprilli permise ai militari  di acquisire una solida presenza in sella e ai loro cavalli di prepararsi atleticamente e psicologicamente alle avversità dei percorsi di campagna durante le missioni militari. Il sistema si rivelò in breve tempo molto efficace, tanto da essere adottato dalle più importanti cavallerie del mondo e, in seguito, trasmesso a fini sportivi.