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Imprese: Federpol, vogliamo subito confronto con governo

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La Federazione, investigatori italiani aspettano da anni tesserino e accesso a banche dati

AdnKronos
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Roma, 2 dic. (Labitalia) - Tesserino ministeriale e accesso regolamentato alle banche dati della pubblica amministrazione: sono i due principali obbiettivi per il 2020 di Federpol (Federazione Italiana Istituti per le Investigazioni, le Informazioni e la Sicurezza), la più importante e storica associazione di categoria che rappresenta a livello nazionale le agenzie investigative e della sicurezza. Un comparto, quello delle operazioni di intelligence svolte dalle agenzie investigative private, che conta più di 1.800 imprese per un totale di 12mila addetti e un fatturato di circa 500 milioni di euro. "La nostra storia -commenta Luciano Tommaso Ponzi, presidente di Federpol- non nasce oggi ma nel 1957 e da allora non siamo mai venuti meno a un comportamento di correttezza e trasparenza verso le istituzioni e i cittadini. Ed è alla luce di questa coerenza che ci permettiamo di segnalare un ritardo da parte del ministero dell'Interno nel riconoscere alla nostra categoria il tesserino e l'accesso alle banche dati della pubblica amministrazione. Siamo penalizzati rispetto ad altre professioni e, per quanto ci sforziamo di rintracciare le fonti normative, anche in ambito giuridico non esistono ragioni per impedire agli investigatori privati italiani di esercitare un diritto che negli altri Paesi è garantito". Ponzi evidenzia come Federpol, che riunisce oltre mille titolari di agenzia, non ha mai smesso di qualificare al meglio la professionalità degli associati elaborando un codice deontologico di condotta tra i più rigorosi in Europa e accogliendo come uno stimolo positivo l'obbligo della laurea triennale previsto dalle norme nazionali ed europee. "Non facciamo battaglie di retroguardia -continua Ponzi- e lo dimostra il fatto che non c'è stata da parte nostra nessuna levata di scudi davanti ai recenti fatti di cronaca che hanno evidenziato una estesa indagine giudiziaria sul fronte della cybersecurity. La sola cosa che ci interessa è strutturare il percorso formativo nel modo più serio e inappuntabile per i nostri associati garantendo alla clientela un servizio di qualità sul piano degli standard etici e tecnici. Il tesserino ministeriale da esibire davanti agli interlocutori istituzionali insieme alla possibilità di avere accesso alle banche dati pubbliche in presenza di regole chiare e inderogabili, sono due iniziative che vanno in questa direzione". "È arrivato il momento che il ministero faccia chiarezza concedendo ai detective italiani di praticare un loro diritto allineandosi a quanto già accade nelle democrazia più aperte ed evolute. Chiediamo un incontro urgente al ministro Luciana Lamorgese, che si è appena insediata e alla quale auguriamo un buon lavoro, nella consapevolezza che a breve le nostre richieste potranno essere soddisfatte eliminando un pregiudizio obsoleto e anacronistico", conclude Ponzi.

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