DERBY

Lazio, come farsi male da soli senza voglia di lottare

Luigi Salomone

La Lazio perde male, consegnandosi al nemico senza lottare: chiude con un solo ammonito un derby che la Roma ha vinto col cuore e tanta «sana» minestra. Inzaghi si lascia battere da Di Francesco per la seconda volta su tre occasioni. Stessi errori, stesse disattenzioni, stessi problemi difensivi, stesso esagerato pressing iniziale: la Lazio ha abboccato e fornito una prestazione davvero modesta. Tre gol incassati sono la fotografia di un reparto che è andato in barca con lanci di quaranta metri e la sponda di Dzeko. Roba elementare ma sulle seconde palle sono sempre arrivati prima i giallorossi e così c’è poco da fare anche per i difensori sempre in affanno. A questo va aggiunta la sana incoscienza di una squadra che si è lanciata all’assalto dopo aver pareggiato con Immobile prendendo il raddoppio della Roma dopo un contropiede. Incredibile, grave e imperdonabile errore andare a cercare il vantaggio quando sarebbe bastato far trascorrere qualche minuto e la Lazio avrebbe potuto gestire meglio la fase finale della gara dopo aver raggiunto i rivali con il disimpegno sbagliato da Fazio. Invece, proprio come nel 2014 quando poi segnò Yanga-Mbiwa, i biancocelesti erano ossessionati dal dover cercare il 2-1 e si sono sbilanciati: peccati di gioventù che contro le grandi squadre non sono possibili. Non è un caso che tre scontri diretti ha giocato la Lazio finora e li ha persi tutti proprio come nella passata stagione quando il doppio confronto con l’Inter è costato il posto in Champions al netto dei clamorosi errori arbitrali nel girone d’andata. Tattica e gestione della gara hanno lasciato a desiderare, Inzaghi non è riuscito a trasmettere il senso del derby ai suoi calciatori ma di sicuro molti di loro cominciano a soffrire il confronto con i dirimpettai. Luis Alberto impalpabile e deleterio, Milinkovic troppo fuori dal gioco che ha sofferto la fisicità dei centrocampisti della Roma. Solo Immobile e Leiva hanno lottato, Lulic ci ha provato, il resto della squadra ha annaspato senza opporre resistenza. Sulle destra Marusic ha perso il duello con Kolarov, insomma il risultato finale è solo la logica conseguenza di quanto visto. E adesso? Il derby lascia sempre tante scorie negative, non bisogna buttare al mare quanto di buono fatto finora ma analizzare i problemi emersi, che poi sono i soliti, quello va fatto. C’è la trasferta di Francoforte giovedì, una sfida che indirizzerà il girone di Europa League poi domenica la partita con la Fiorentina all’Olimpico per provare a passare una sosta serena. Inzaghi dovrà fare lo psicologo e ricostruire le certezze che lentamente il gruppo stava acquisendo oltre a recuperare Berisha, uno che può essere importante lì in mezzo (un infortunio lo ha tolto di mezzo a metà ritiro estivo). La classifica recita 12 punti avendo già incontrato le prime tre della passata stagione anche se la delusione è grande. E ci sarà bisogno di qualche buona prestazione per dimenticare la brutta resa nel derby.