CAMPIONATO

Lazio, la beffa Champions

Luigi Salomone

La beffa stavolta è dura da mandare giù. Solo rimpianti per la banda Inzaghi: tanti, troppi. Perde la Lazio contro un'Inter modesta ma brava a sfruttare gli episodi positivi sul finire della gara. Un rigore di Icardi (titolo dei cannonieri con Immobile), un gol di Vecino che porta i nerazzurri i Champions in tre minuti. Per la Lazio solo un quinto posto che brucia dopo altre decisioni arbitrali dubbie e una partita buttata quando ormai sembrava centrato l'obiettivo. Vola Olympia in uno stadio stracolmo come ai tempi belli. Oltre 65.000 spettatori con un contingente corposo di sostenitori della Beneamata. Solito gemellaggio, gli interisti cantano «a Roma solo la Lazio», risponde la curva Nord con il coro «chi non salta è rossonero». Un'atmosfera fantastica all'Olimpico tra abbracci e scambi di sciarpe tra due tifoserie legate da una stima sincera. Fischia Rocchi di Firenze, alla Var Irrati di Pistoia. Inzaghi deve rinunciare a Parolo e Luis Alberto sostituiti da Murgia e Felipe Anderson mentre Spalletti presenta la migliore Inter possibile dopo il recupero di Miranda. De Vrij gioca e viene applaudito da entrambe le curve. L'Inter parte forte, Icardi cicca il tap-in decisivo ma é la Lazio a passare in vantaggio: tiro di Marusic, faccia di Perisic e gol fortunoso ma meritato. Milinkovic colpisce la traversa su punizione e allora , come spesso accade ai biancocelesti, arriva il pari alla mezz'ora con D'Ambrosio che sfutta un intervento maldestro di Strakosha (al limite, rete molto dubbia). L' Inter ci crede ma si scopre e allora Lulic trova il corridoio giusto per Felipe Anderson che fa secco Handanovic dopo una corsa di quaranta metri: 2-1. Nella ripresa la Lazio controlla fino al 33' poi Icardi si guadagna un rigore fallo di De Vrij. Lulic viene espulso per doppio giallo e allora al 36' Vecino beffa l'Olimpico con la Lazio in in dieci. Non c'è più tempo la festa è nerazzurra col 2-3 finale. Il bilancio della stagione è segnato da una Supercoppa vinta il 13 agosto contro la Juventus, una semifinale di Coppa Italia persa solo ai rigori contro il Milan oltre alla sciagurata trasferta di Salisburgo e la conseguente uscita di scena ai quarti di Europa League. Cinquantacinque partite disputate con 31 vittorie, 13 pareggi (il ko ai rigori col Milan per le statistiche è un pari) e 11 sconfitte: tutte sfide combattute, mai un avversario arrendevole anzi tutti stramotivati, una serie incredibili di errori arbitrali che hanno penalizzato il cammino dei biancocelesti soprattutto in campionato. La Lazio è servita da cavia per sperimentare la Var, la tecnologia applicata al calcio con un protocollo discutibile che ha provocato molti scompensi. Sfortuna sicuro ma anche qualche atteggiamento persecutorio da parte del mondo arbitrale portato in tribunale dai tifosi laziali. Non l'hanno presa bene i fischietti nostrani che hanno continuato a sbagliare con troppa costanza per non fare perlomeno nascere il sospetto. In molti si sono prodigati a riesumare il famoso adagio torti e favori alla fine si compensano non é cosi perche anche ieri è andato tutto storto con l'arbitro. Complimenti a Nicchi, a una classe arbitrale che, pure ieri, nel dubbio non ha mai premiato i biancocelesti. Peccato davvero anche se due punti nelle ultime tre partite sono un bottino troppo magro. L' Inter si prende la Champions e De Vrij: é un caso ma la partita gira sul suo intervento tanto sbagliato quanto inutile. Ora il mercato ma non sarà facile dimenticare.