LA POLEMICA SUL CONTROLLO

Salvini contro la app Immuni: "Libertà non è in vendita"

Alessandro Austini

Tutti contro la app "Immuni", che servirà a controllare gli spostamenti degli italiani con l'obiettivo di limitare i contagi. Ma al momento prevalgono dubbi e timori. A cominciare da Matteo Salvini che avvisa: «Usare le nuove tecnologie per combattere il virus è utile - spiega il segretario della Lega - ma con tutte le garanzie dovute ai cittadini italiani. Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il Popolo, ad essere investito di decisioni così delicate. Inoltre sulla app Immuni" sono evidenti alcune gravi criticità, da molti sollevate, tra le quali: chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati? Garantire la protezione di diritti e dati privati degli Italiani per la Lega è fondamentale, la strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita».  Anche Forza Italia e il Pd chiedono approfondimenti in Parlamento. «Con la scelta del Governo dell’utilizzo dell’app "Immuni" per tracciare i contatti dei contagiati da coronavirus, in modo da contenere gli effetti di un’eventuale seconda ondata, il tema della privacy torna prepotentemente, perchè riguarda da vicino il trattamento dei dati personali di tutti i cittadini italiani». Lo sottolinea la senatrice di Forza Italia, Fiammetta Modena. «Già lo scorso primo aprile il sito dell’Inps, che doveva gestire le domande per il bonus partite Iva previsto dal decreto Cura-Italia, è andato in crash, impedendo l’accesso alle persone. In molti hanno anche segnalato che, dopo essere entrati con i propri username e password, potevano vedere le domande di altri utenti con le relative informazioni personali e riservate. Questa volta il governo ce la farà a garantire il rispetto della privacy? Da chi verranno gestiti tutti i dati sensibili? Il Governo pensa anche a delle limitazioni alla circolazione per chi sceglierà di non fare il download dell’app». «Urge un confronto serio in Parlamento sulla libertà e tutela della privacy, non può cadere sulle nostre teste per circolari e Dpcm una semplice ordinanza che il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha firmato qualche giorno fa». «L'app di tracciamento sarà un pezzo importante della prossima stagione in cui dovremo convivere con il Coronavirus. Mi limito a ricordare che in Italia vige comunque una Costituzione che non può essere elusa, soprattutto nella parte dei diritti fondamentali. Quel che è certo è che dovrà discuterne il Parlamento». Lo afferma il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci.