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Coronavirus, l'epidemia si allarga ancora e dilaga. Per l'Oms lo scenario peggiore

Silvia Sfregola
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Anche l'Organizzazione mondiale della sanità e la Cina stanno abbandonando i toni rassicuranti, lasciando spazio ai timori che la diffusione del coronavirus Covid19 si possa trasformare in epidemia mondiale. Il tempo per fermarla "sta per scadere", ha avvertito il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nel Paese del Dragone i casi hanno superato i 75.500, inclusi più di 2200 decessi, altrove ci sono ci sono almeno 1152 casi in 26 paesi e 8 decessi. "Anche se il numero totale di contagi di covid19 fuori dalla Cina rimane relativamente basso, siamo preoccupati per il numero di casi senza un chiaro legame epidemiologico, come viaggi in Cina o contatti con un caso confermato", ha rimarcato Ghebreyesus. Si è registrato un primo contagio in Israele, è una passeggera rimpatriata dalla nave da crociera Diamond Princess, attraccata a Yokohama, in Giappone, ma a destare preoccupazione sono soprattutto le situazioni di Corea del Sud e Iran. Nel primo caso i contagi hanno superato i 200, collegati a una comunità religiosa nella città sud-orientale di Daegu, che è stata dichiarata 'zona di gestione speciale', con i residenti invitati a non uscire e a indossare le mascherine anche in casa. L'altro osservato speciale è il Paese degli ayatollah, dove ci sono almeno 18 casi e quattro morti. Numeri destinati a salire. Il contagio "probabilmente proviene da lavoratori cinesi che lavorano a Qom", centro del focolaio locale, e si sono recati in Cina, ha riferito un funzionario del ministero della Sanità iraniano. Una società cinese sta costruendo una centrale a energia solare nella città a 130 km da Teheran. Il vicino Iraq ha sospeso i visti ai cittadini iraniani e i voli diretti, mentre il Libano ha confermato il suo primo caso, un cittadino di ritorno dall'Iran. L'Oms teme la diffusione del virus in paesi con "sistemi sanitari più deboli", per questo è stata indetta una riunione di emergenza con i ministri della Sanità africani. Sul fronte cinese, il Politburo in una riunione guidata dal presidente Xi Jinping ha ammesso che "il punto di svolta nello sviluppo dell'epidemia in tutto il paese non è ancora arrivato". L'organismo di 25 membri ha sottolineato che l'epidemia è stata "contenuta in via preliminare", ma ha esortato i comitati di partito e il governo a tutti i livelli a svolgere attività di prevenzione e controllo senza alcun rilassamento. Le purghe continuano, diversi funzionari sono stati licenziati nella provincia di Hubei e in altre aree dopo che sono stati diagnosticati più di 500 casi nelle carceri. E cresce la paura che il virus si diffonda a Pechino, dopo che un ospedale nel centro della capitale ha registrato 36 nuovi casi. Altri 19 ospedali temporanei sono in progetto in tempi record a Wuhan, da cui è partita l'epidemia, mentre i primi test clinici per un vaccino potrebbero partire per la fine di aprile.

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