PSICOSI CORONAVIRUS

"Vietato l'ingresso ai cinesi"Cartello a Fontana di Trevi poi rimosso

Alessandro Austini

Un cartello che invita i cinesi a restare fuori dal locale è stato affisso - e successivamente rimosso - davanti a un bar in zona Fontana di Trevi, a Roma. «A causa delle misure di sicurezza internazionali - questa la scritta in cinese e in inglese - a tutte le persone provenienti dalla Cina non è permesso entrare in questo posto. Ci scusiamo per l’inconveniente». «Assolutamente ingiustificato il cartello comparso in un bar vicino Fontana di Trevi che vieta l’ingresso alle persone provenienti dalla Cina - commenta il sindaco, Virginia Raggi -. Stop psicosi e allarmismi. Ascoltiamo solo indicazioni e pareri delle autorità sanitarie». «Ci dissociamo da quanto accaduto. E un cartello forte che è una pessima pubblicità per il nostro quartiere di Trevi». Lo ha detto la proprietaria del negozio di pelletteria, che fa parte dell’associazione commercianti Trevi, di fronte al bar su cui era affisso il cartello che vietava l’ingresso a persone di nazionalità cinese. «L’associazione commercianti - ha sottolineato il presidente dell’associazione, Fabrizio Patrizi- prende le distanze dal cartello e dal suo contenuto ma siamo oggettivamente preoccupati della situazione. Il turismo cinese è abbondantemente presente a Trevi e non abbiamo ricevuto alcuna informativa dalle autorità su come comportarci e cosa fare. Al 90 per cento i due turisti cinesi, positivi al coronavirus, sono passati da Trevi. Non chiediamo rassicurazioni ma informazioni, tipo "utilizzate le mascherine". Il rischio di psicosi è facile. Noi stiamo navigando a vista. Il pericolo che c’è nel rione Trevi è maggiore che a Tor Tre Teste». Preoccupata anche la proprietaria di un ristorante della zona. «Certo non facciamo bella figura, ma come dobbiamo fare? - ha affermato - Non si sa che giri abbiano fatto queste due persone, non mi sento di dissociarmi completamente da quel cartello. Ci sono persone che possono entrare da me e stare due o tre ore. Io un po' di paura ne ho».