EMERGENZA IMMIGRAZIONE

Rifugiati accanto alla ludoteca. È caos nel quartiere Trieste

Valentina Conti

Ancora rifugiati nella Capitale. Dopo le proteste dei residenti di Monteverde sulla convivenza forzata con i migranti della tendopoli di via Ramazzini, che di giorno in giorno ingrossa le sua fila (ieri la Prefettura ha reso nota l’inesistenza, fortunatamente, dei casi sospetti di tubercolosi); dopo via Cupa sgomberata, con i transitanti dell’ex Baobab che ancora vagano a ridosso della Stazione Tiburtina; dopo l’apprensione dei cittadini in termini di sicurezza per la paventata apertura del nuovo centro in largo Tommaso Perassi, vicino all’hotel «Il Gelsomino», al confine tra XII e XIII Municipio, scongiurata in parte solo qualche giorno fa da una mozione di Fratelli d’Italia votata con sorpresa dal Municipio XII e, non da ultima, l’insostenibile situazione creatasi per gli immigrati accolti al civico 190 di via di Pietralata, in IV Municipio, in un'altra struttura della Croce Rossa («tra via Feronia e via dei Durantini, la questua è un andirivieni; siamo pronti a scendere in strada per far capire la nostra indignazione per tutto questo», dicono i residenti), dove ne sarebbero già approdati 150 di varie nazionalità, è allerta per «la folle iniziativa della Presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, del Pd, di concerto con l'assessore del Comune alle Politiche sociali Laura Baldassarre, di destinare una palazzina liberty di fronte a Villa Torlonia, zona Piazza Bologna, nei pressi della ludoteca Technotown, frequentata da bambini e famiglie, a ricovero per immigrati. Una faccenda che sta destando parecchia preoccupazione sul territorio». A lanciare l’allarme sono Giorgio Ciardi, portavoce di Azione Nazionale Roma, Gloria Pasquali del direttivo nazionale di Azione Nazionale, e Leonora Peresso, portavoce Azione Nazionale Municipio II. «Abbiamo saputo che è in atto un censimento dei luoghi di accoglienza nel Municipio che saranno comunicati ai delegati del sindaco Raggi, e questa struttura è stata impropriamente ritenuta idonea a tale scopo», spiega Pasquali. Si tratta di un edificio della ex Provincia a cui serve, di fatto, un copioso restyling. Fino adesso non c’è alcun documento che attesti la decisione, ed è tutto in corso d’opera per vagliare le sistemazioni di ricovero più plausibili dei migranti sulle aree in cui insiste il Municipio. E, al pari (ufficialmente) della tendopoli di Monteverde, a quanto si apprende, anche questa struttura sarebbe destinata a diventare hub di prima accoglienza, location dunque per i primi ingressi (che includerebbero pure i transitanti ad oggi sparsi in zona Tiburtina), le identificazioni degli stessi da condurre poi altrove. «Sarebbe una scelta che rappresenterebbe un vero e proprio attentato al decoro ed alla sicurezza del quartiere, che si vedrebbe oltretutto privato di una struttura di pregio che dovrebbe essere messa, al contrario, a servizio degli abitanti. Nella nostra zona, in un contesto nel quale sono presenti numerosi anziani e bambini, esiste infatti un noto e palese problema di carenza di strutture da poter destinare a finalità sociali. Sono tutte situazioni che andrebbero negoziate con gli abitanti, i quali per ora subiscono solamente azioni sotto traccia rinchiudendosi nella loro paura», prosegue Pasquali. Per questo Azione Nazionale Roma ha annunciato che «promuoverà una raccolta di firme tra i cittadini per impedire l'ennesima prepotenza nei confronti di un territorio che già soffre per il malgoverno di Municipio e Comune». Conferme arrivano da diversi residenti che hanno appreso la notizia in via ufficiosa. Le ansie sono tutte sul fronte sicurezza: «Ma che senso ha portarli qui? I problemi ci saranno soprattutto perché la struttura sorge in un’area dove è forte la presenza di minori», dicono. Come noto, solo nel Lazio - secondo il dossier statistico immigrazione 2016 - l’immigrazione è aumentata in tutte le sue provincie, con la Capitale che risulta la prima provincia italiana per presenze, con un aumento superiore all’1%.