emergenza coronavirus

Il colmo a Tor Bella Monaca: italiani chiusi in casa, stranieri a passeggio in gruppo (VIDEO)

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Pietro De Leo

Gli effetti del Coronavirus si mescolano con le difficoltà dell’accoglienza e le condizioni di vita nelle periferie. Così, arriva al Tempo una storia dal VI Municipio, zona Tor Bella Monaca, di cui vi proponiamo dimostrazione tangibile attraverso le immagini. La dinamica è quella più volte, e in più circostanze raccontata, ossia di una integrazione alquanto ardua. La denuncia in merito proviene dal Capogruppo di FdI in Circoscrizione Nicola Franco, che spiega: “nella nostra zona ci sono circa i 2/3 delle strutture Sprar della Capitale. Ebbene, accade purtroppo che mentre i cittadini romani sono costretti a casa, rispettando le regole dei Dpcm, molti ospiti di queste strutture continuano ad uscire e camminare per strada, spesso anche a gruppi. I cittadini ci hanno fornito alcune immagini, foto e video, di una situazione che sembra non arrestarsi”. Nonostante, va detto, qualche tentativo delle realtà che gestiscono i centri. “Ci siamo confrontati con loro - prosegue Franco - abbiamo esposto il problema, e hanno assunto iniziative, attivando mediatori culturali ed affiggendo cartelli in tutte le lingue. Ma niente, sembra che gli ospiti non ne vogliano sapere nulla. E continuano ad uscire. Chiediamo un presidio fisso delle forze dell’ordine, perché così non è possibile andare avanti”. Sul punto, giorni fa, aveva presentato un’interrogazione anche il deputato di Fdi e vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. “Non si tratterebbe - scrive Rampelli nel testo - di un fatto isolato, ma di episodi che si verificano quotidianamente, in molti quartieri di Roma e nel resto d’Italia”. Rampelli aggiunge che “tale circostanza sarebbe stata confermata anche dai dati forniti agli agenti di polizia, impegnati a far rispettare divieti e disposizioni di salute pubblica, secondo cui un’alta percentuale dei fermi effettuati in questi giorni, almeno nella città di Roma, sarebbero di persone uscite senza motivo dai centri Sprar”. E dunque, il vicepresidente della Camera nel testo rivolto al Presidente del Consiglio e ai ministri di Interno e Salute, chiede “urgenti iniziative di competenza per garantire un presidio costante dei centri Sprar, permettendo agli ospiti uscite contingentate”. Al di là dell’evidente trasgressione di regole emesse con grande dirompenza per proteggere la collettività dal contagio del Coronavirus, la partita in ballo è anche un’altra: evitare l’impressione di un doppio binario. Gli italiani costretti a casa, gli stranieri ospitati in strutture d’accoglienza, al contrario, con ampi margini di libertà. Per una popolazione già sotto stress, specie in periferia, non sarebbe di certo il massimo.