Il vademecum

Dati personali e web: ecco come difendere la privacy su Facebook, Google e Microsoft

Alessandro Perrone

Ci siamo accorti del problema privacy quando era già troppo tardi. Oppure no? Con lo scandalo Cambridge Analytica l’attenzione dell’opinione pubblica si è focalizzata sulla questione dei dati degli utenti raccolti dai giganti della rete: Facebook, Google e Microsoft. La giustificazione dietro alla raccolta del maggior numero di informazioni personali è sempre la stessa per tutti: migliorare l’esperienza dell’utente. Una scusa che non regge più davanti alla mole enorme di informazioni raccolte: dalla cronologia internet ai posti che abbiamo visitato fino alle registrazioni dei comandi vocali. E allora meglio fare un po’ di pulizia di primavera, provare a cancellare alcune informazioni sensibili e soprattutto rivedere le impostazioni per la privacy per scegliere quali dati vogliamo cedere e quali in futuro vorremmo che rimanessero privati. FACEBOOK - Partiamo da chi si trova proprio nell’occhio del ciclone: Facebook. Il social network, oltre a dialogare con i siti web che visitiamo, raccoglie migliaia di dati dai nostri profili: i mi piace alle pagine e ai post, le interazioni con altri utenti, le condivisioni, i messaggi scambiati in privato, tutto scaricabile in un comodo file zip dalle “Impostazioni generali dell'account” di Facebook. Una miniera d’ora per gli inserzionisti, che in questo modo possono contare sulla capacità del social di far apparire contenuti sponsorizzati a utenti interessati. Ma se volessimo evitare di venire bombardati da pubblicità su misura, nella sezione “Inserzioni” del menù impostazioni di Facebook è possibile visualizzare i nostri interessi – sport, musica, preferenze politiche – e decidere di eliminarne alcuni. Oppure si può direttamente decidere di non ricevere "inserzioni basate sugli interessi online". Ma tranquilli, la pubblicità arriverà lo stesso. L’altro aspetto, ancora più spinoso, della gestione dei dati da parte di Facebook riguarda invece la condivisione delle nostre informazioni personali con applicazioni interne al social network tramite il Facebook Login. È il caso dei milioni di app che per essere utilizzate richiedono l’autorizzazione ad accedere ai nostri dati. Autorizzazione che spesso diamo con troppa leggerezza. Per scoprire chi ha accesso al nostro profilo bisogna andare nella sezione “App e siti web” delle impostazioni di Facebook. Qui ci apparirà una sfilza infinita di applicazioni, la maggior parte delle quali suoneranno sconosciute. L’interfaccia è stata molto migliorata dopo lo scandalo Cambridge Analytica ed ora è più facile modificare il tipo di dati condivisi o eliminare in blocco le app. Il punto centrale però rimane capire che fine faranno i dati già raccolti, che teoricamente non potrebbero essere venduti a terzi. Facebook avvisa infatti che l’applicazione potrà “ancora accedere alle informazioni che hai condiviso in precedenza”. Per assicurare l’eliminazione totale bisogna contattare gli sviluppatori dell’app e chiedere la distruzione dei dati, sperando che ciò avvenga davvero. GOOGLE - Per quanto riguardo il proprio account Google, fondamentale se si usa un dispositivo Android o il browser Chrome, è possibile gestire tutto dal portale myaccount.google.com. Qui ci sono tre sezioni: “Accesso e sicurezza”, “Dati personali e privacy”, “Preferenze account”. Quella più importante è la seconda sezione, dedicata a quasi tutti i dati che Google raccoglie. Nel menù “Le mie attività” si possono infatti scorrere tutte le ricerche fatte, i siti web visitati, i video di YouTube (finito nel mirino per i dati relativi ai minori) che abbiamo visto, le applicazioni Android che abbiamo aperto sul nostro smartphone e i posti in cui siamo andati. Google assicura di non vendere le informazioni personali a nessuno. Dal portale è comunque possibile cancellare quasi tutto molto facilmente, visitando la sezione “Gestione attività” e poi cliccando sulla cronologia di ogni servizio. Ma i dati spariscono anche dai server Google? La risposta che ci arriva da Big G è un nì. Per esempio, se decidessimo di eliminare tutte le ricerche su Google, nei loro server rimarrà comunque traccia del fatto che quell'utente in quel momento ha cercato qualcosa, ma non che cosa. C’è poi da ricordare che per eliminare altri dati conservati nei tantissimi servizi Google come Hangouts, Calendar e Google Photo bisogna entrare nelle impostazioni di ognuno e gestire tutto da lì, anche perché potrebbero esserci informazioni che ci farebbe comodo conservare. Come al solito prevenire è meglio che curare, quindi sempre dal portale myaccount.google.com si possono modificare le impostazioni su quali dati vengono memorizzati da Google. Lo strumento Controllo privacy con pochi passaggi dà infatti la possibilità di sospendere il salvataggio delle attività sui servizi Google. Per ultima cosa, se vogliamo farci un’idea della quantità di dati raccolti da Big G sul nostro conto, dal sito takeout.google.com si può scaricare l’intero archivio delle informazioni che ognuno di noi ha lasciato nei server Google. MICROSOFT - Se a Mountain View e a Menlo Park hanno un bel da fare nel tenere traccia di tutte le nostre attività su smartphone e web, non sono da meno gli uffici Microsoft. Per utilizzare Windows 10 con tutte le sue funzionalità serve infatti un account Microsoft e ogni attività svolta sul pc con quel profilo viene registrata e conservata. Come Google, anche Microsoft mette a disposizione un portale (account.microsoft.com/privacy) in cui accedere con il nostro account e gestire le impostazioni sulla privacy. Nell’interfaccia, più intuitiva rispetto a quelle di Facebook e Google, c’è un menù con diverse voci dove “visualizzare e cancellare” diversi dati: la cronologia esplorazioni, quella di ricerca, le attività relative alla posizione e ai luoghi visitati, i contenuti multimediali riprodotti sul computer e i dati clinici raccolti da Microsoft Health. In una delle sezioni si possono addirittura risentire tutte le richieste vocali indirizzate a Cortana, l’assistente virtuale di Windows. E nel menù “Impostazioni annuncio” si possono disattivare gli annunci basati sui propri interessi. Per cambiare le impostazioni di raccolta dei dati bisogna invece andare nelle impostazioni di Windows 10 e poi cliccare sulla casella Privacy. Da qui si può impedire a Windows di tenere traccia delle app avviate, dei risultati di ricerca e della posizione del dispositivo, e gestire le autorizzazioni alle diverse app per l’utilizzo del microfono e della fotocamera. Ovviamente anche Microsoft ci dà la possibilità di fare un giro dentro l’archivio che contiene tutti i dati raccolti sul nostro account. LE NUOVE REGOLE - Ma la festa sta per finire. Se finora per attivare tutte le funzionalità di condivisione delle informazioni bastava qualche riga in qualche lunghissimo foglio informativo, dal prossimo 25 maggio, con l’introduzione in Europa del GDPR - Regolamento generale sulla protezione dei dati, l’utente dovrà dare il proprio consenso al trattamento dei dati personali tramite una richiesta chiara ed esplicita. Inoltre, per evitare perdite di dati, le informazioni sugli utenti dovranno essere conservate in modo più sicuro e saranno previste pesanti sanzioni per le aziende che infrangono il regolamento.