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Uber fa dietrofront, adesso gli autisti possono ricevere le mance

Costanza Cerasi

Dopo che per anni gli autisti Uber non hanno potuto ricevere mance dai passeggeri, ma solo una valutazione in stelle sull’app, finalmente è arrivato il loro momento: potranno incassarle. Per l'app, che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato, si tratta di una decisa inversione di tendenza che rientra nell'iniziativa "100 giorni di cambiamenti", che punta principalmente a migliorare le condizioni dei suoi autisti. L'obiettivo è quello di frenare la fuga degli autisti che, secondo le statistiche di un recente studio, non durano nella società per più di un anno. A spingerli ad abbandonare sarebbe proprio il basso compenso ricevuto per il loro lavoro. Uber definisce la decisione ''la cosa giusta da fare" poiché anche Lyft - la più grande rivale dell'azienda - consente ai suoi autisti di incassare mance già dal 2012. Soddisfatta l'associazione dei tassisti di New York: ''È un'importante vittoria'', afferma il fondatore Jim Conigliaro. Le mance vengono già incassate a Seattle, Minneapolis e Houston ma nelle prossime settimane il servizio sarà attivato anche in altre città.