Tumore del pancreas: "Parte la prima campagna educazionale in Italia"

Aumenta il numero degli italiani sopravvissuti al cancro del pancreas. In particolare cresce del 10% la percentuale degli uomini guariti a 5 anni dalla individuazione della neoplasia. La buona notizia non arriva da sola, ma viaggia in tandem con la prima campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione su questa patologia, capitanata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Presentata oggi al XV Congresso della società scientifica in corso a Milano, prevede opuscoli informativi, sito web sulla patologia, un tour in nove Regioni (partenza dal gennaio 2014) e due sondaggi: uno fra gli oncologi e uno fra i cittadini. Nonostante la malattia si insidiosa e difficile da individuare in fase iniziale, la fine di quest’anno coinciderà con la registrazione di 12.200 nuove diagnosi (erano 11.500 nel 2012 e 11.000 nel 2011). La prevenzione resta l’arma fondamentale per sconfiggerla. “I fumatori presentano un tasso di incidenza da doppio a triplo rispetto ai non tabagisti – spiega il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM - ma ricordiamo anche l’impatto di altri fattori di rischio che vanno dall’obesità, alla ridotta attività fisica fino all’alto consumo di grassi. Per questo un opuscolo è dedicato completamente alla prevenzione, ricco di consigli utili per imparare a seguire uno stile di vita equilibrato. Mentre il secondo opuscolo è pensato invece per le persone che purtroppo hanno già ricevuto la diagnosi di neoplasia: è un ottimo strumento comunicativo, un ulteriore collegamento tra l’oncologo e il paziente. Perché lo specialista deve diventare il punto di riferimento in tutto il percorso diagnostico-terapeutico, sia per il malato che per i familiari”. La patologia è complessa. Solo in 7 casi su cento il tumore al pancreas viene diagnosticato in fase iniziale - sottolinea il prof. Cascinu –. Ma oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un sensibile passo in avanti. La ricerca è riuscita a mettere a disposizione una nuova molecola, il nab-paclitaxel. Un punto di svolta nella terapia. Somministrato con gemcitabina, determina un aumento significativo nella sopravvivenza a un anno: un terzo contro un quarto dei pazienti, con un tasso raddoppiato a 24 mesi (9% vs 4%)”.