GLI ACQUIRENTI SONO BANCHIERI E SCEICCHI

Il vero lusso? Una barrique di Amarone

Paolo Zappitelli

In principio, 200 anni fa, furono gli inglesi. Poi la Francia, Bordeaux per l’esattezza. Così è iniziata la pratica chiamata «En Primeur», cioè la vendita, destinata eclusivamente ai commercianti, delle barrique di vino prima ancora che questo venga messo in bottiglia. Il vantaggio, per chi acquista, è di avere un ottimo investimento per vini che verranno commercializzati dopo quattro, cinque anni e soprattutto di «accaparrarsi» con largo anticipo le migliori annate della produzione. Per chi vende, invece, c’è la possibilità di avere subito a disposizione denaro contante da poter investire nei vigneti. Una pratica che sta iniziando a diffondersi anche in Italia ma con un metodo nuovo, quello della vendita delle barrique direttamente ai privati. È già stato fatto con il Brunello di Montalcino e con il Barolo. E da qualche anno c’è anche una cantina della Valpolicella - La collina dei Ciliegi - con uno dei migliori vini italiani, l’Amarone. «I nostri interlocutori non sono i negociant come in Francia – spiega il presidente dell’azienda Massimo Gianolli – ma manager, capitani d’industria, professionisti e anche banchieri e gioiellieri disposti a scommettere più sul gusto che sui wine features. Acquistano le nostre barrique (225 litri), con targhette personalizzate, che risposano e affinano per anni in cantina, e come in un club spesso alloggiano nel nostro wine resort per partecipare alle prove da botte, così come all’imbottigliamento». Non manca ovviamente il risvolto economico per la cantina: solo per l’annata 2015 hanno aderito 14 «primeuristi» «ed entro 3 anni - spiega ancora Massimo Gianolli - puntiamo a vendere il 75% del nostro amarone "cru" con questa formula». Un’anteprima c’è già stata il 7 settembre, quando una ventina di fortunati primeuristi si sono dati appuntamento nella tenuta in Valpantena (Erbin) de «La Collina dei Ciliegi» per la prima festa ad essi dedicata. L’obiettivo è trasformarlo in un appuntamento annuale post-imbottigliamento, con le 300 bottiglie per ogni barrique disposte all’interno della barricaia in appositi caveau personalizzati a disposizione dei proprietari. Il valore di ogni botte varia da 12.000 a 27.500 euro (al netto dell’Iva) sulla base del criterio generale legato all’annata della Doc e a valutazioni soggettive sulla qualità della vendemmia. E secondo gli esperti i millesimi 2015 e 2016 sono destinati a diventare un sicuro investimento. Ma l’«En primeur» non sarà riservata dall’azienda solo per l’Amarone. «La formula - spiega ancora Massimo Gianolli - sarà adottata anche per il SuperValpantena, il progetto voluto 2 anni fa e firmato da Lydia e Claude Bourguignon, scienziati agronomi e consulenti dei più importanti Chateaux francesi, Christian Roger, membro permanente Grand Jury Européen du vin, e da Ermanno Murari, agronomo Vivai Rauscedo». Si tratta di un rosso «inedito», che sarà possibile degustare nel bicchiere fra tre anni, ottenuto da un blend Corvina-Teroldego, con vigneti di 3 cru tra i 600 e i 700 metri di altitudine, con rese bassissime, tra i 40 e i 60 quintali per ettaro. Sempre tra 3 anni uscirà anche un nuovo bianco, ottenuto da un blend Garganega-Pinot Bianco.