La battaglia del Tempo

Dell'Utri torna a casa, meglio tardi che morto

Gian Marco Chiocci

Meglio tardi che morto. Marcello Dell’Utri torna finalmente a casa col suo tumore e i suoi problemi al cuore, scarcerato per gravi motivi di salute dal tribunale di sorveglianza che ripetutamen- te aveva respinto le sue suppliche corredate da sempre più devastanti referti medici. Meglio tardi che dentro una bara, perché stando agli ultimi bollettini l’ex senatore di Forza Italia rischiava di lasciarci le penne qualora fosse rimasto un giorno in più in cella. Meglio così, dunque. Il differimento della pena è la logica conclusione di una battaglia di civiltà combattuta in straordinaria solitudine da questo giornale e vinta grazie a quanti ci hanno creduto, dai combattenti radicali fino alle decine di migliaia di persone corse a firmare l’appello del Tempo affinché la giustizia non si accanisse oltremisura contro l’uomo un tempo più vicino a Berlusconi e condannato (per un reato all’epoca inesistente) a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. La battaglia è vinta, la guerra per dare a tutti i reclusi il diritto alla salute e la dignità di cura è invece lunga e tortuosa. A Marcello va il nostro bentornato a casa. Ai forcaioli, agli infami, a chi gli ha voluto male godendo del suo male, tutto il nostro disprezzo.