Pendolarismo sanitario: UAP condivide l’allarme lanciato dall’Emilia-Romagna
L’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, che ha denunciato come la Regione non riesca più a sostenere economicamente i costi dell’assistenza ai pazienti provenienti da altre regioni a causa, tra l’altro, di tariffe sanitarie troppo basse e non più sostenibili, riaccende i riflettori su una crisi ormai nazionale.
Il fenomeno del pendolarismo sanitario – il continuo spostamento di cittadini verso altre Regioni per ricevere cure – non è solo un problema economico: è il segno di un sistema sanitario diseguale, che penalizza le aree più fragili del Paese e scarica sui cittadini il costo della distanza e dei disservizi.
L’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (UAP), attraverso la sua Presidente Mariastella Giorlandino, condivide questa preoccupazione e chiede al Governo e al Ministero della Salute di affrontare il problema con dati trasparenti, strumenti di governo e regole chiare, per restituire equità e prossimità al Servizio Sanitario Nazionale.
1. Le dimensioni del fenomeno
Secondo gli ultimi dati ufficiali AGENAS e Fondazione GIMBE, riferiti al 2022, la mobilità sanitaria interregionale ha raggiunto un valore complessivo di oltre 5 miliardi di euro, in crescita costante rispetto agli anni precedenti. Le analisi più recenti (GIMBE 2025) confermano che le Regioni più attrattive restano Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, mentre le maggiori perdite di pazienti e risorse si concentrano nel Mezzogiorno, con un saldo negativo che indebolisce i sistemi sanitari territoriali e i bilanci regionali.
UAP precisa che, ad oggi, i dati 2022 sono gli unici consolidati e ufficialmente validati. I dati 2023 risultano ancora in corso di consolidamento, a causa dei ritardi di alcune Regioni nel trasmettere i flussi completi al Ministero della Salute e all’AGENAS. Se tali ritardi sono dovuti a inefficienze amministrative, sono gravi; se invece riflettessero reticenze nel fornire informazioni complete, sarebbero inaccettabili e contrari al principio di trasparenza.
“La mobilità sanitaria è un indicatore di qualità e di equità: nascondere i numeri significa negare la realtà delle disuguaglianze territoriali.”
2. Perché i cittadini si spostano
Le analisi scientifiche e i report istituzionali convergono su alcune cause strutturali:
a. liste d’attesa troppo lunghe;
b. percezione di maggiore qualità clinica e migliori risultati nelle Regioni con poli di eccellenza;
c. carenze organizzative e carichi di lavoro squilibrati;
d. effetto confine, che favorisce gli spostamenti da Regioni deboli verso quelle più attrezzate.
Il risultato è una fuga silenziosa di pazienti e risorse pubbliche, che indebolisce il principio di universalità del Servizio Sanitario Nazionale e mina la fiducia dei cittadini.
3. Tariffe irrazionali e sistema al collasso
Perfino una Regione virtuosa come l’Emilia-Romagna riconosce che, con le tariffe sanitarie attualmente in vigore, non conviene più curare pazienti provenienti da altre Regioni.
“È l’ennesima dimostrazione – sottolinea UAP – che l’attuale sistema tariffario non regge più, né per il pubblico né per il privato. Il TAR del Lazio lo ha confermato con la sua sentenza, ma il Ministero continua a ignorare il problema.”
4. La posizione di UAP
UAP ritiene che il pendolarismo sanitario non sia la causa, ma il sintomo di un sistema diseguale e incompiuto, che necessita di una riforma nazionale basata su programmazione, capacità produttiva e qualità misurabile.
UAP propone:
a. Programmazione e tariffe eque:
Avvio immediato della revisione del nomenclatore tariffario, come disposto dal TAR Lazio.
Revisione biennale indicizzata ai costi reali e trasparenza dei criteri di calcolo.
Adeguamento coordinato dei patti interregionali di mobilità per governare i flussi.
b. Capacità e tempi di risposta:
Introduzione di un CUP nazionale integrato pubblico-privato.
Voucher SSN per garantire le prestazioni essenziali vicino a casa, con tempi certi e a tariffa pubblica.
c. Qualità e trasparenza:
Pubblicazione dei dati di esito e soddisfazione dei pazienti (PROMs e PREMs) e degli indicatori di performance di ogni struttura sanitaria.
Adozione di un sistema di remunerazione basato sui risultati di salute.
“È tempo di riconoscere e valorizzare le eccellenze del Sud Italia – dichiara UAP – che, pur lavorando con risorse inferiori, garantiscono qualità clinica e attenzione umana di livello nazionale.”
5. Cosa UAP chiede al Governo
UAP invita Governo e Ministero della Salute a:
rendere pubblici tutti i dati aggiornati sulla mobilità sanitaria 2023;
avviare subito la revisione del nomenclatore tariffario;
istituire una cabina di regia nazionale per monitorare flussi, tempi d’attesa e qualità dell’assistenza;
aprire un confronto con Regioni, Università, strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e associazioni di categoria per costruire un sistema nazionale di qualità e trasparenza.
“La sanità non può più permettersi silenzi né lentezze – afferma UAP –. È tempo di trasparenza, responsabilità e azioni concrete: ogni cittadino ha diritto a cure di qualità nella propria Regione, non a viaggi obbligati per accedere ai propri diritti.”
Mariastella Giorlandino
Presidente UAP