Buon senso da ritrovare

Per la scuola meno comitati e più Lucrezia

- “Mamma, ma sei sicura che si torna a scuola?”
- “Sì, tesoro, il 14 Settembre. Quest’anno c’è anche una novità: la sedia-banco a rotelle? “
- “ma io cammino, mamma, non sono come Maria che non può muoversi. Perché mi danno la sedia a rotelle?” (Maria è una bimba paraplegica che mia figlia frequenta al parco).
- “no, no, non c’entra nulla. Non spaventarti! 
È solo un modo di recuperare spazio e mantenere le distanze sociali. Ancora per il Covid, piccola”
- “che bello! Quindi ci danno anche le aule più grandi? sono talmente piccine mamma che anche con queste sedie strane comunque saremmo tutti vicinissimi” 

Lucrezia ha sette anni (da compiere tre giorni dopo l’apertura della scuola) e ha ben chiaro ciò che non è chiaro alla Ministra dell’Istruzione Azzolina: i banchi - irrealizzabili in tempi tanto brevi, a detta delle aziende che dovrebbero produrli e che hanno rifiutato di partecipare al bando - non risolveranno i problemi strutturali della scuola, come gli edifici non a norma (8 su 10) e la carenza di risorse umane,  e  che - in questa emergenza sanitaria - difficilmente garantiranno la didattica in sicurezza. Lucrezia e alcuni amici, in videochat su Zoom, discutono già su chi sarà il più veloce a correre sulle ruote del nuovo dispositivo. 
Segno che la vera differenza la fa il corpo docente preposto a “controllare” oltre che guidare, educare ed istruire i propri alunni, i nostri figli.
La Ministra ha inoltre dichiarato in Aula che chiederà al ministro dell’economia lo stanziamento di risorse al fine di sbloccare le assunzioni: ma non fa riferimento ai tempi di realizzazione (che di sicuro non coincidono con la riapertura settembrina) e quindi il nuovo anno scolastico partirebbe con carenza di organico. Ancora una volta, ma con l’aggravante però di una pandemia. 
Insomma, chiediamo l’ingresso a piena voce di Lucrezia nel comitato tecnico scientifico che si esprimerà a fine Agosto così da portare alla luce le evidenze che non sono chiare a fior fiore di tecnici ma che comprenderebbe  anche un bambino, un qualsiasi bambino che vive sulla propria pelle la realtà scolastica italiana.
Sono certa che ai punti all’ordine del giorno aggiungerebbe anche la questione carta igienica: “mamma, ma a scuola come ci si pulisce quando si fa pipì e pupù? Non c’è mai la carta”.

  

In tutto ciò un grazie a caratteri cubitali a tutti i presidi, gli insegnanti e personale scolastico che danno sempre il massimo nella e per la scuola pubblica - nonostante le problematiche di cui sopra - insegnando anche a noi genitori la differenza tra “mestiere” e “missione”.
Siamo con voi.

Sara Manfuso