segue dalla prima di RUGGERO GUARINI Giacché se c'è un argomento sul quale il «pensiero unico europeo» ha finora dimostrato tutta la sua inadeguatezza è proprio il tema della libertà religiosa.

Definireil «pensiero unico europeo» inadeguato di fronte alla minaccia musulmana è del resto insufficiente. La sua codarda remissività su questo fronte giustifica infatti l'accusa di tacita adesione al disegno musulmano di trasformare l'Europa in Eurabia. E perciò legittimo l'allarme di chi scorge una convergenza di intenti e di effetti, nella lotta alla libertà religiosa, fra l'islam radicale, che la religione vuole imporla con la forza, e il laicismo europeo, che la vorrebbe ridurre a fatto privato. Proprio ieri una sobria allusione dell'Avvenire a questa convergenza ha fra l'altro molto irritato qualche nostro bacchettone progressista. Come se non fosse ormai evidente che il laicismo può essere anch'esso una «fede» non priva, all'occorrenza, di tratti fondamentalisti. E come se la principale pretesa della cultura laica, che è appunto quella di essere assolutamente refrattaria a ogni forma di fanatismo e di terrorismo, non fosse stata polverizzata dal fatto arcinoto che la natura rigorosamente laica delle diverse dottrine che negli ultimi due secoli hanno contribuito a creare lo "spirito europeo" non è riuscita a impedire che questo spirito si esprimesse, in rebus politicis, nella creazione di alcuni dei regimi più fanatici, settari, criminali, terroristici e totalitari della storia umana. È ora insomma che il «pensiero unico europeo» si decida a ricordare che negli ultimi due secoli la cultura laica e progressista ha dimostrato di essere anch'essa una straordinaria produttrice di chimere annunciatrici di fondamentalismi e terrorismi. Vedi tutte quelle entità (Classe, Razza, Nazione, Partito, Stato, Storia, Ragione, Scienza, Capitale, Tecnica, Sesso, Progresso e simili) con cui la cultura laica, dopo aver preteso di aver liquidato una volta per sempre l'Innominabile, ha di volta in volta cercato di sostituirLo con qualche nominabilissima schifezza. Occorre inoltre affrettarsi a scoprire che il nichilismo europeo (non quello di cui favoleggiano i filosofanti politicamente corretti ma quello realmente operante nell'Europa d'oggi) non consiste, come generalmente si suppone, nel non credere più nell'esistenza del «bene» bensì nel non credere più in quella del «male». La nostra cara Europa è infatti sempre pronta ancora oggi a votarsi a qualche causa per lei equivalente al «bene»: pacifismo, ecologismo, relativismo, multiculturalismo, solidarismo e simili... Nonché, all'occorrenza (perché no?) a qualche più antico ma sempre «caro ideal»: comunismo, socialismo, riformismo... Qualche suo frammento non ha poi mai smesso di apprezzare il «bene» racchiuso in qualche altra vecchia causa decisamente più nera che rossa, tipo razzismo o antisemitismo... È ormai chiaro, tuttavia, che la delicata signora non è più minimamente disposta e credere che possa esistere un «male» degno di questo antichissimo nome e perciò di essere combattuto. Ed è proprio questa mancanza di fede nel «male» la vera profonda ragione dell'atteggiamento che essa ha assunto verso la minaccia del terrorismo islamista, oscillante, com'è noto, fra l'indifferenza, la viltà, la sotterranea intesa o l'aperta complicità. Questa idea ha fra l'altro ha ricevuto la più clamorosa delle conferme quando papa Ratzinger, nel settembre del 2006, mentre gli piovevano addosso le minacce di morte delle cricche islamiste infuriate perché a Ratisbona, discorrendo del rapporto fra ragione e fede nella dottrina cristiana e in quella musulmana, si era si era permesso di osservare che la prima non pretende, come la seconda, di imporre la fede con la forza, fu lasciato solo, assolutamente solo, da tutte, nessuna esclusa, le cancellerie europee. Insomma, Europa cara, se vuoi restare davvero europea, devi rassegnarti a capire che nell'ora del risveglio musulmano, non puoi sottrarti al dovere di deciderti a riconoscere e a difendere quelle radici cristiane che hai scioccamente preferito escludere dalla tua costituzione. Per una riflessione approfondita sui modi in cui oggi si pone il rapporto fra laicità e religione si consiglia la lettura dei seguenti libri: Giancarlo Lunati: «Laicismo e religiosità», Genova, Marietti, 2000. Giandomenico Mucci: «I cattolici nella temperie del relativismo», Milano, Jaca Book, 2005. Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro: «Contro il logorio del laicismo moderno. (Manuale di sopravvivenza per cattolici)», Piemme, 2006. Edoardo Tortarolo:«Il laicismo». Matteo Tuveri: «Amore civile: Riflessioni su laicismo e relativismo», L'Ateo n. 5/2008, pp. 24, 25, 26.