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Forse Henry James aveva ragione, quando raccontava di Isabel (protagonista del romanzo «Ritratto di signora») che, a passeggio tra le rovine di Roma, ritrovava profonde assonanze tra il suo stato d'animo e quelle pietre antiche: «Da molto tempo el

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cosìche, mentre sedeva in un angolo riscaldato dal sole in un giorno d'inverno, o stava in piedi in mezzo all'odor di muffa di una chiesa nella quale più nessuno entrava, poteva quasi sorridere della sua tristezza e pensare a quanto fosse misera». Così, scriveva James ed era il 1881 quando l'autore pubblicò questi pensieri. Oggi l'immagine della nostra splendida Capitale resta ancora, sempre e soltanto, legata alle sue straordinarie rovine. Non è poco, certo. Ma il mondo corre in fretta e la vecchia Europa fa a gara per offrire spettacoli meravigliosi, mostre d'arte contemporanea, musical strepitosi, che troneggiano sulle locandine e soprattutto nelle più antiche capitali europee. Un esempio per tutte è Londra. Un brulicare effervescente di serate allegre vengono proposte a chiunque visiti la capitale inglese, diventata la patria europea del divertimento più chic e glam, adorata dai giovani e apprezzata da tutti. In particolar modo, per la sua maestria nell'allestire musical eccellenti. Chi non ricorda i successi londinesi (e non solo) di qualche anno fa grazie a spettacoli come «Re Leone» o «Mamma Mia!», quest'ultimo basato sulle musiche del gruppo svedese degli Abba e scritto da Catherine Johnson. Dal musical al film, con Meryl Streep, sbarcato in Italia nel 2008 per la gioia di milioni di fan, ma entrambi erano ispirati alla vecchia pellicola del 1968 «Buonasera, signora Campbell» di Melvin Frank. In questi giorni, a Londra lo spettacolo continua con tante idee nuove, che attingono ora da film ora da opere letterarie. Ecco i cartelloni dei musical di «Harry Potter», il maghetto di Hogwarts. O l'altro, tratto da «I miserabili» di Victor Hugo. Ce n'è per tutti i gusti. E mentre la platinata Legally Blonde manda in delirio le ragazzine londinesi con «La rivincita delle bionde», i palchetti romani offrono spettacoli di cabaret dialettale che spesso stenta a far ridere, con certe battute prevedibili e volgari, alla Battista o alla Giuliani. L'orda dei comici ha invaso Roma. Ma quasi sempre a ridere sono solo loro, gli attori che sghignazzano davanti a un pubblico accaldato, strabordante di famigliole che mordono panini con la porchetta e bambini che saltano di qua e di là, annoiandosi per lo show o cercando (magari!) qualcosa di davvero divertente da vedere. Già, a volte, è meglio immaginare altro che sorbirsi recalcitranti attorucoli. Per ricordarsi un musical attuale e memorabile occorre risalire in Italia al 2002, quando venne allestito «Notre-Dame de Paris» scritto da Luc Plamondon (libretto originale e testi delle canzoni) con musiche di Riccardo Cocciante, tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo. La versione italiana, frutto dell'impegno e della caparbietà di David Zard, debuttò a Roma il 14 marzo 2002 con i testi italiani di Pasquale Panella, cui è seguita una lunga serie di repliche, più un tour passato anche per l'Arena di Verona (da dove è stata trasmessa una diretta nazionale su Raiuno). Dopo il nulla, o quasi. Eppure, il musical è uno spettacolo derivato dall'operetta, anche se poi adattato al gusto e al costume anglo-americano. E la storia del nostro teatro ha avuto in passato una grande passione per l'operetta, da cui molto ha attinto il musical, che ha poi però offuscato con la sua luce fin de siècle gli altri show. Solo grazie al cinema, anche l'Italia ha cominciato ad allestire musical nei suoi teatri. Certi, volati in tour negli ultimi anni, sono paragonabili a squallidi format televisivi. Anche da noi è arrivato «Grease» ma con la Cuccarini! Mentre per « Notting Hill» è salita sul palco la verace Anna Falchi. Non è mancata nemmeno l'uscita di «Cabaret», della Compagnia della Rancia (la principale società di produzione di musical in Italia), ma con Michelle Hunziker, la regina di «Striscia la notizia». Tutte star da mille e una notte, con tanta fantasia! Da noi, si sente il vuoto di figure professionali di attori e attrici che sappiano fare tutto e benissimo: ballare, cantare, recitare, suonare e (perché no?) anche far ridere. Ma con arte e mestiere.

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