L'Isis in Africa

Dagli 007 nigeriani informazioni agli Usa. Ecco perché Trump è intervenuto

Andrea Riccardi

Dopo aver trascorso settimane ad accusare il governo nigeriano di non essere riuscito a contrastare la persecuzione dei cristiani, il presidente Stati Uniti Donald Trump ha ordinato una serie di attacchi contro il paese dell'Africa occidentale. Attacchi, che hanno preso di mira i militanti dello Stato Islamico individuati grazie alle coordinate trasmesse dagli 007 nigeriani. Un funzionario del Dipartimento della Difesa ha dichiarato che gli Usa hanno collaborato con la Nigeria per portare a termine gli attacchi, e che questi erano stati approvati dal governo di quel Paese. Il Ministero degli Affari Esteri nigeriano ha affermato che la cooperazione includeva scambi di intelligence e coordinamento strategico.

Ma perché Trump ha preso di mira proprio la Nigeria? Da anni, alcuni esponenti della destra statunitense amplificano le accuse secondo cui i cristiani sarebbero perseguitati in Nigeria. A settembre, il senatore repubblicano Ted Cruz ha fatto pressione per sanzionare i funzionari del paese africano che "facilitano la violenza contro i cristiani e altre minoranze religiose, anche da parte di gruppi terroristici islamisti". All'inizio di quest'anno, il presidente sembrava aver agito in risposta ad alcune di queste preoccupazioni, designando la Nigeria "Paese di particolare preoccupazione" ai sensi dell'International Religious Freedom Act, a seguito di settimane di pressioni da parte di legislatori americani e gruppi cristiani conservatori. Poco dopo, ha ordinato al Pentagono di iniziare a pianificare un'eventuale azione militare nel Paese qualora il governo nigeriano avesse continuato a "permettere l'uccisione di cristiani".

In passato, il governo di Lagos ha risposto alle critiche di Trump sostenendo che persone di diverse fedi, non solo cristiane, soffrono per mano di gruppi estremisti. La Nigeria è ufficialmente laica, ma è quasi equamente divisa tra musulmani (53%) e cristiani (45%), con la restante popolazione che pratica riti tradizionali africani. La violenza contro i cristiani ha attirato notevole attenzione internazionale ed è spesso inquadrata come persecuzione religiosa, ma la maggior parte degli analisti sostiene che la situazione sia più complessa e che gli attacchi possano avere motivazioni diverse. Ad esempio, gli scontri mortali tra pastori musulmani itineranti e comunità agricole prevalentemente cristiane sono radicati nella competizione per la terra e l'acqua, ma sono esacerbati dalle differenze religiose ed etniche. Nel frattempo, i rapimenti di sacerdoti sono visti dai criminali come un'occasione per far soldi con i riscatti.

Dopo gli attacchi, il ministero degli Esteri nigeriano ha elogiato la cooperazione con gli Stati Uniti, ma ha rifiutato di riconoscere che le azioni americane avessero qualcosa a che fare con la persecuzione dei cristiani. "La violenza terroristica in qualsiasi forma, sia essa rivolta contro cristiani, musulmani o altre comunità, resta un affronto ai valori della Nigeria e alla pace e alla sicurezza internazionale", ha affermato il ministero in una nota. I governi nigeriani che si sono succeduti hanno faticato a tenere sotto controllo la crescente crisi della sicurezza nazionale, con migliaia di persone uccise e centinaia di altre rapite negli ultimi anni.

Nel nord-est, Boko Haram e i gruppi separatisti, come lo Stato Islamico della Provincia dell'Africa Occidentale, hanno condotto un'insurrezione dal 2009, uccidendo decine di migliaia di uomini, donne e bambini. Nel nord-ovest, bande criminali pesantemente armate compiono rapimenti di massa e incursioni che colpiscono sia le comunità musulmane che quelle cristiane. Il mese scorso, il presidente della Nigeria Bola Ahmed Tinubu ha affermato che la caratterizzazione della Nigeria come un paese religiosamente intollerante non rispecchia la realtà.