prigionieri di hamas
Gaza, liberati tutti gli ultimi 20 ostaggi rimasti in vita. Festa in Israele e tributo a Trump
Resuscitati. Restituiti alla vita dalle tenebre di Gaza, sopravvissuti all'inferno di Hamas. Questa l'impressione che suscitano quando i primi dei 20 ostaggi appaiono uno dopo l'altro dopo il rilascio mattutino, restituiti alle forze israeliane in vari punti della striscia palestinese dal gruppo terroristico islamico. Sui loro volti tutto il calvario dei 738 giorni di segregazione nei bunker scavati nelle viscere di Gaza. E' il volto del 24 enne Guy Gilboa-Dalal, sequestrato il 7 ottobre 2023 fra i giovani del festival musicale Nova, il primo del gruppo dei sette ostaggi liberati (intorno alle 7 di mattina in Italia) che si scorge mentre viene consegnato alla Croce Rossa. Seguono Alon Ohe di 24 anni anche lui sequestrato al festival di Nov ed Omri Miran 48 anni, rapito nel kibbutz Nahal Oz dai miliziani di Hamas che durante l'attacco hanno tenuto in ostaggio la sua famiglia, comprese le due figlie di 2 e 6 mesi. A seguire Matan Zangauker anche lui rapito nel kibbutz Nir Oz insieme alla sua ragazza, Ilana Gritzewsky, rilasciata dopo 55 giorni. Poi si scorgono Gali e Ziv Berman gemelli di 28 anni sequestrati nel kibbutz Kfar Aza, ed Eitan Mor che lavorava come guardia di sicurezza al Nova music festival, dove invece si mettersi in salvo ha aiutato a evacuare le persone ferite nell'attacco. Poi poco prima delle 10 in Italia è stato il turno degli altri 13 ostaggi liberati.
Un urlo di commozione e felicità, con in sottofondo la canzone che ripete "Bring 'em home" riportateli a casa, li ha accolti ad ogni loro apparire sui monitor istallati a piazza "degli ostaggi" a Tel Aviv, dove da mesi si raccoglie la folla dei familiari dei rapiti, che ora freme per riabbracciare i propri cari. Dopo la liberazione per i sopravvissuti é previsto un protocollo di assistenza ospedaliera e psicologica in ambienti clinici specializzati predisposti per loro: nomi sulle porte, stanze con lenzuola, coperte, pigiami, asciugamani e pantofole portati da casa in modo che si sentano il più possibile in un posto familiare. Ed ancora cibo speciale per lenire malnutrizione e disidratamento. Poi controlli ed esami medici a cominciare dall'individuazione e dalla neutralizzazione degli eventuali coaguli di sangue nelle gambe e nei polmoni perché sono stati per lunghissimo tempo sempre fermi. Ma più che per le ferite fisiche è fondamentale l'assistenza psicologica per avviare l'elaborazione dei profondi e persistenti traumi subiti e per avviare il recupero della consapevolezza esistenziale crollata perché la loro fiducia nel mondo era andata in frantumi.
Nel frattempo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha dichiarato in un'intervista telefonica all'israeliana Channel 12 News che l'accordo raggiunto per porre fine alla guerra a Gaza e liberare gli ostaggi rimasti detenuti da Hamas potrebbe rappresentare il suo più grande successo diplomatico come presidente finora. In un'intervista condotta dall'Air Force One, in viaggio verso Israele, Trump ha fatto riferimento alla recente manifestazione in Piazza dei Rapiti, all'attacco all'Iran e al vertice che si terrà più tardi oggi a Sharm el-Sheikh. "Questa potrebbe essere la cosa più grande in cui sia mai stato coinvolto", ha detto Trump durante il volo per Tel Aviv. Trump ha affermato nella conversazione di credere che senza l'attacco da lui ordinato contro gli impianti nucleari iraniani, non sarebbe stato in grado di raggiungere un accordo a Gaza. "Gli iraniani erano a poche settimane dall'arma nucleare, e questo era come una nuvola nera su tutto", ha detto il presidente Usa. Trump, ripoprta ancora Channel 12, ha affermato che l'attacco agli impianti nucleari iraniani ha permesso ai paesi arabi e musulmani di sentirsi più liberi di unirsi per raggiungere un accordo a Gaza e ha anche reso Hamas più propensa a scendere a compromessi dopo l'indebolimento dei suoi alleati iraniani. Trump ha espresso entusiasmo per la conferenza internazionale che si terrà più tardi a Sharm el-Sheikh a sostegno del suo piano di pace. Ha elencato i paesi che dovrebbero partecipare e ha affermato che simboleggia l'unità del mondo attorno al suo piano. Intanto centinaia di bandiere di Israele con il nastro giallo divenuto, simbolo della mobilitazione per il rilascio degli ostaggi, e cartelli con i volti dei prigionieri nelle mani di Hamas hanno gremito "Piazza degli Ostaggi" a Tel Aviv, con i cittadini israeliani che hanno vissuto insieme il momento atteso da 737 giorni, festeggiando il rilascio dei loro connazionali. Presenti anche numerosi familiari degli stessi ormai ex ostaggi. Tutti hanno speso parole di grande ringraziamento per Trump.