striscia di gaza
Annuncio "bomba" di Trump: "L'accordo di pace è vicino. Se firmano vado in Medio Oriente"
“Un accordo per la pace a Gaza è molto vicino”. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha annunciato di voler andare in Medio Oriente questo fine settimana “se l’accordo verrà finalizzato”. “Abbiamo una squadra di grandi negoziatori, e purtroppo sono grandi negoziatori anche dall'altra parte”, ha sottolineato durante un evento alla Casa Bianca, ribadendo che il mondo arabo e musulmano è d'accordo con il suo piano. Piano che, per far cessare i combattimenti dopo due anni di guerra nella Striscia di Gaza, prevede la consegna degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 nell’assalto al Festival Supernova, la rinuncia alle armi da parte di Hamas, in cambio dell’amnistia per i miliziani, e il ritiro dell’esercito di Tel Aviv dalle zone occupate. “Il nostro ultimo negoziato è con Hamas. E sembra che stia andando bene. Se così fosse, partiremo, forse sabato”, ha chiarito Trump.
L'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff e Jared Kushner, genero del presidente americano Donald Trump, sono arrivati oggi a Sharm el-Sheikh, dove si stavano tenendo i colloqui. Anche il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo dell’intelligence turca Ibrahim Kalin si sono recati nella località costiera egiziana per partecipare agli incontri. Presente pure il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Dermer, stretto confidente di Benjamin Netanyahu. Il ministro degli esteri turco Hakan Fidan ha affermato che i negoziati hanno fatto “molti progressi” e che, in caso di successo, verrà dichiarato un cessate il fuoco.
Hamas ha affermato che finora i negoziati indiretti si sono concentrati su tre questioni: l’interruzione del conflitto, il ritiro delle forze israeliane da Gaza e l’accordo sullo scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Hamas ha affermato che sta cercando garanzie internazionali affinché Israele non riprenda a bombardare Gaza dopo che il gruppo avrà rilasciato tutti gli ostaggi rimasti, il principale strumento di pressione su Israele. Tra i punti che devono ancora essere negoziati ci sono le richieste di disarmo di Hamas, come e quando le truppe israeliane si ritireranno dalla Striscia di Gaza e la composizione di un organismo tecnocratico internazionale che dovrebbe governare Gaza . Inoltre la logistica dello scambio di ostaggi-prigionieri deve ancora essere definita, e il movimento islamico ha fornito ai mediatori una lista di prigionieri palestinesi che vorrebbe vedere rilasciati dalle prigioni israeliane.