colpiti due politici dem
Minneapolis, la maschera, la lista dei bersagli e l'ultimo messaggio: chi è l'uomo in fuga
Nuove inquietanti indiscrezioni su Vance Luther Boelter, l’uomo sospettato di essere il killer della deputata democratica Melissa Hortman e di suo marito, nonché di aver ferito il senatore John Hoffman e sua moglie. “Potrei morire presto” sarebbe stato l’ultimo messaggio ricevuto da David Carlson, coinquilino dell’uomo e suo vecchio amico. I due infatti convivevano da poco più di un anno ma si conoscevano dalla quarta elementare. Venerdì sera Boelter – che è ancora in fuga – aveva pagato quattro mesi di affitto in anticipo all’uomo e poi, il giorno dopo, aveva lasciato il coinquilino con un messaggio: “Volevo solo farvi sapere che vi amo entrambi e che avrei preferito che non fosse andata così – scriveva il killer – Non voglio dire altro né implicarvi in alcun modo, perché voi, voi ragazzi, non sapete niente di tutto questo. Mi dispiace per tutti i problemi che questo ha causato”.
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Un messaggio arrivato a Carlson già dopo l’uccisione di Hortman e del marito: l’uomo infatti aveva già attuato il suo piano e si era dato alla macchia. Ex dipendente statale, nominato nel 2016 dal dem Mark Dayton nel board per lo sviluppo della forza lavoro, affermava sui social di essere un esperto di sicurezza con esperienza a Gaza e in Africa. In più, secondo il New York Times, possedeva armi e lavorava per due diverse imprese di pompe funebri. Come ricostruito da Il Corriere della Sera, il suo ex coinquilino ha detto di lui: “Non sembrava arrabbiato per la politica, era sostenitore del presidente Donald Trump”. Fervente cristiano, contrario all'aborto. Oltre questo però c’è molto altro: innanzitutto la lista di 70 obiettivi da colpire – ex politici per la maggior parte democratici, imprenditori locali, leader civici, dottori e cliniche pro aborto – ritrovata nella sua auto insieme a un giubbotto antiproiettile e una maschera.
Poi il suo profilo LinkedIn che è già stato passato al setaccio: secondo quanto scritto dall’uomo, aveva gestito per tre anni una compagnia di sicurezza armata, la Red Lion Group, e ciò spiegherebbe come l’uomo avesse abiti e auto “tattici”. Poi i lavori in Africa dove aveva tentato di diffondere il cristianesimo tra i “militanti islamici”. Secondo sempre le ultime attività sul social di Boelter, cercava lavoro nel settore dell’alimentazione ed era stato anche manager in un supermercato. Con la moglie infine gestiva una società di sicurezza privata in Minnesota, la Pretorian Guard Security Services.