sottomarino imploso

Titan, sotto accusa la nave di appoggio: errore fatale per "abbattere i costi"

In attesa della chiusura dell'inchiesta che dovrà chiarire le cause dell'implosione del Titan, a quasi un mese dalla tragedia del sommergibile nella quale rimasero uccisi cinque passeggeri, vengono alla luce nuove teorie sulla possibile origine del disastro. Tra le vittime del tragico viaggio sottomarino nelle acque dell'Oceano Atlantico per "visitare" il relitto del Titanic come noto c'è anche Richard Stockton Rush, ad della società che gestiva il batiscafo. Ebbene, proprio alcune scelte per abbattere i costi della spedizione potrebbero aver in qualche misura avuto un ruolo nel disastro.

 

  

A parlarne è un articolo del New York Times in cui viene messo l’accento sul fatto che il batiscafo sia stato trascinato sopra una piattaforma a pelo d’acqua dalla nave d’appoggio sul luogo di immersione, sopra il relitto del Titanic, invece di percorrere il viaggio di centinaia di chilometri al sicuro sul ponte dell’imbarcazione. La decisione di usare come nave d’appoggio il Polar Prince, un vecchio rompighiaccio della guardia costiera canadese ormai dismesso, più piccolo delle navi OceanGate usate negli anni precedenti, è stata presa dallo stesso Rush per tagliare i costi, sottolinea il quotidiano americano, precisando che la società non ha voluto rispondere in merito ai possibili rischi corsi dal Titan in quella traversata.

 

Come ricorda Arnie Weissmann, caporedattore di Travel Weekly, che a maggio aveva fatto un viaggio con OceanGate, utilizzando la stessa Polar Prince, "il sottomarino e la piattaforma venivano sballottati in modo piuttosto violento". La missione nel suo caso alla fine era stata annullata a causa delle condizioni meteorologiche avverse e Weissmann non si era imbarcata sul Titan. Durante la traversata fino al punto di immersione, però, aveva notato che "la parte anteriore della piattaforma e il sottomarino erano sott’acqua". Le cause del problema non erano state chiarite ma i serbatoi d’aria si erano riempiti di acqua e Rush aveva dovuto inviare dei sommozzatori per risolvere.

Intanto James Cameron ha smentito con toni durissimi le voci secondo le quali starebbe valutando l’idea di girare un film sul Titan.  L’autore del film "Titanic" del 1997 ha scritto su Twitter: "Di solito non rispondo alle voci offensive dei media, ma ora ne devo farlo. NON sto pensando di un film su OceanGate, né lo farò mai". Cameron, che ha visitato il relitto del famoso transatlantico 33 volte, in precedenza ha detto ad Abc News di essere rimasto "colpito dalla somiglianza" tra la tragedia del sommergibile Titan e l’affondamento del Titanic nel 1912.