in cina

Cina, scoppia la maxi protesta nella più grande fabbrica di iPhone al mondo

Angela Bruni

Proteste e scontri allo stabilimento della Foxconn di Zhengzhou, nella Cina interna, dove i dipendenti hanno marciato al di fuori dei loro dormitori e hanno affrontato le forze dell'ordine e gli agenti anti-sommossa. Video e immagini circolanti sui social mostrano gli scontri tra centinaia di persone e gli agenti, molti dei quali indossano la tuta protettiva bianca. I dipendenti del maxi-stabilimento che produce gli iPhone hanno protestato per le condizioni di vita nella fabbrica e per le promesse non mantenute dall'azienda di bonus quadruplicati per chi fosse rimasto a lavorare nello stabilimento, nonostante il lockdown imposto nelle scorse settimane all'area dove sorge l'impianto.

Il tuo browser non supporta il tag iframe

  

Il mese scorso, per la paura di contagio dal Covid-19, molti dipendenti erano fuggiti dalla Foxconn per tornare nei luoghi d'origine, anche a piedi, ed evitare di rimanere intrappolati nella fabbrica. I lavoratori che hanno protestano ieri chiedono di tornare a casa e accusano la Foxconn per il cibo, le condizioni igieniche dei locali e le promesse che l'azienda si è rimangiata: un dipendente che aveva accettato di lavorare nel maxi-impianto di Zhengzhou, interpellato dalla Bbc, ha dichiarato che l'azienda ha cambiato i termini del contratto. Inizialmente, secondo quanto si è appreso, era previsto un compenso di 6.000 yuan per due mesi di lavoro: l'azienda avrebbe, invece, cambiato le condizioni, imponendo ai dipendenti di rimanere nello stabilimento fino a marzo, e qualora avessero contratto il Covid, non avrebbero avuto diritto al compenso. Tra i lavoratori, inoltre, serpeggia il timore di contrarre il Covid da chi è rimasto in fabbrica da più tempo visto che non ci sarebbe alcuna divisione tra contagiati e non contagiati alle linee di assemblaggio degli iPhone. Dopo la fuga dei dipendenti, il mese scorso, l'azienda aveva cercato di convincere chi era rimasto a non lasciare la fabbrica. La Foxconn aveva avviato una gestione a «circuito chiuso» per ridurre il rischio di contagio e mantenere la produzione di iPhone, evitando così una diminuzione delle consegne, per di più in un periodo di forte domanda con l'avvicinarsi delle festività. La Foxconn è il maggiore fornitore della Apple, e l'impianto di Zhengzhou è quello che produce il maggiore numero di iPhone al mondo, al punto che la stessa Apple aveva previsto un calo delle consegne di iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max a inizio novembre per i problemi nella produzione all'impianto di Zhengzhou dovuti alle restrizioni volute dalla politica cinese incline alla tolleranza zero contro il virus.