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Una canzone e una spilla: così Trump manda messaggi in codice a QAnon

Una canzone e una spilla. Sono questi i messaggi in codice che l'ex presidente degli Stati Uniti sta inviando ai seguaci della controversa teoria che sostiene come il mondo sia governato da un "deep state" di usurpatori e pedofili e vede Donald Trump nel ruolo del liberatore. E' quanto sostiene l'Huffington post in un'analisi firmata da Beatrice Offidani e che prende le mosse da alcuni dei più recenti comportamenti del tycoon.

  

"Sabato 16 settembre a Youngstown, in Ohio, Trump ha appena finito il proprio discorso al comizio per il sostegno al repubblicano JD Vance al Senato" si legge. "A pochi minuti dalla fine del suo intervento, l’impianto audio inizia a riprodurre una canzone". "I media statunitensi hanno confrontato la musica con  una canzone pubblicata su Youtube da Richard Feelgood intitolato “Wwg1wga”, acronimo di “Where We Go One We Go All” (“dove va uno, andiamo tutti”), il motto degli adepti del movimento complottista di estrema destra noto come QAnon. Le due melodie sembravano identiche".

Non finisce qui, perché stanto a quanto svela l'Huffington Post, il 3 settembre, durante un raduno in Pennsylvania, lo staff del tycoon aveva riprodotto la stessa canzone durante la chiusura della manifestazione. 

"La scorsa settimana - racconta ancora Offidani - utilizzando la sua piattaforma social Truth, l' ex presidente repubblicano ha pubblicato un'immagine di se stesso che indossa sul bavero una spilla a forma di “Q”. Sotto la foto si legge la scritta "The Storm is Coming". Secondo i seguaci di Q, la “tempesta” coincide con la vittoria finale di Trump".

Va annotato che molti dei seguaci della teoria QAnon presero parte all'assalto del Campidoglio del 6 gennaio 2021 e che per loro Trump invocò la grazia.