rapporto di condanna

Ungheria, l'Ue contro Orban: "Non è una democrazia". La reazione di Giorgia Meloni e Matteo Salvini

L'Ungheria non è più una vera democrazia. Il Parlamento europeo ha approvato una relazione che condanna "i tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese” volti a minare i valori europei e chiede di avanzare con la procedura dell'articolo 7. La relazione è stata approvata con 433 voti favorevoli, 123 contrari e 28 astenuti. Tra i contrari alla relazione gli eurodeputati della Lega e di Fratelli d'italia. Dopo il voto, il parlamento europeo ha spiegato con una nota i motivi di questa relazione. “La mancanza di un'azione decisiva da parte dell'Ue ha contribuito all'emergere di un regime ibrido di autocrazia elettorale, ovvero un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni ma manca il rispetto di norme e standard democratici” si legge nella nota. Nel testo della relazione adottata oggi si afferma che i valori sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull’Unione europea (tra cui la democrazia e i diritti fondamentali) si sono ulteriormente deteriorati a causa dei "tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese", che sono stati "aggravati" dall'inerzia dell'Ue.

  

Tra i motivi del richiamo del Parlamento europeo che mette in dubbio la democrazia e i diritti fondamentali in Ungheria ci sono il funzionamento del sistema costituzionale ed elettorale, l'indipendenza della magistratura, la corruzione e i conflitti di interesse, la libertà di espressione, il pluralismo dei media, la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento, i diritti delle persone Lgbt, i diritti delle minoranze, dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Contro questa relazione gli eurodeputati di Lega e Fratelli d'Italia che in una nota firmata da diversi esponenti di Fdi hanno espresso i motivi del loro voto contrario spiegando il loro disappunto. "La delegazione di FdI ha espresso voto negativo sulla relazione sul rischio di violazione grave da parte dell’Ungheria dei valori su ci si fonda l’Unione, il cui obiettivo è quello di osservare le cosiddette 'violazioni dello Stato di diritto' in Ungheria. Riteniamo che un prerequisito di tale rapporto dovrebbe essere l'obiettività, l'uso di criteri chiari e la stretta aderenza ai fatti, ma ciò ancora una volta non è accaduto”, si legge nella nota firmata da Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Giuseppe Milazzo, Nicola Procaccini, Vincenzo Sofo e Raffaele Stancanelli. 

Nella nota si spiega anche quali sarebbero gli errori contenuti nella relazione che rappresenterebbe l'ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese. “Infatti la relazione si basa su opinioni soggettive e affermazioni politicamente distorte, come in alcuni punti nei quali solleva casi che sono stati risolti molto tempo fa dagli organi competenti, o che riguardano questioni che sono di esclusiva competenza degli Stati membri. A ciò si aggiunge la richiesta alla Commissione di continuare a bloccare i fondi del Next Generation Eu destinati all’Ungheria, in violazione dei regolamenti che prevedono tale ipotesi solo in caso di rischi di violazione dello stato di diritto connessi all’utilizzo di quei fondi. Si tratta dell'ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese, in una fase difficile per l’Europa nella quale a tutti i livelli si dovrebbe perseguire la strada dell’unità e non quella della polarizzazione per motivi ideologici" conclude la nota. Anche il leader della Lega Matteo Salvini, da Napoli, è intervenuto sul tema ribadendo il suo impegno per risolvere i problemi degli italiani: "Mi occupo di Italia e vorrei salvare i posti di lavoro in Italia. Lascio ad altri occuparsi di Ungheria, Turchia, Russia o Cina. Io sono pagato dagli italiani per risolvere i problemi degli italiani" ha spiegato Salvini.