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Avanzata russa in Ucraina, continua l'assalto nel Donbass: bombardamenti di artiglieria

Un giorno storico. Così lo ha definito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dopo che l'Alleanza atlantica ha firmato i protocolli di adesione di Svezia e Finlandia, che dovranno ora essere ratificati da tutti e 30 i Parlamenti dei Paesi membri. La ratifica è arrivata dopo il superamento del veto posto dalla Turchia, ma il nodo non è stato completamente sciolto.

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha messo in chiaro che se Helsinki e Stoccolma non accoglieranno le richieste di estradizione di Ankara, relative a militanti che la Turchia accusa di terrorismo, i legislatori non daranno l'ok finale, che è necessario per l'effettivo ingresso dei due Paesi nella Nato.

  

Nel mirino di Erdogan ci sono gli affiliati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e del movimento di Fethullah Gülen, considerato il responsabile del golpe del 2016. La ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, ha affermato che Stoccolma adempierà al memorandum siglato con Ankara ma che, in ogni caso, "tutte le richieste di estradizione seguiranno la strada normale nella nostra legislazione, e sarà l'Alta corte a prendere una decisione".

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"Non penso che la Corte suprema svedese approverà queste estradizioni, ma il problema è per coloro che non sono cittadini svedesi. Spero che la Corte europea dei diritti dell'uomo possa fare qualcosa", ha detto a LaPresse la deputata svedese di origini curde Amineh Kakabav, denunciando che Stoccolma ha "venduto i diritti dei curdi per una negoziazione che non ha nulla a che fare con la Nato". Secondo Kakabav, le persone che Erdogan vuole estradare "non sono terroristi, molti sono normali giornalisti".

L'ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato ha isolato la Russia ancora di più. Mosca nelle ultime ore ha proseguito l'offensiva nella regione di Dontesk, dopo aver portato sotto il proprio controllo quella di Luhansk. Le bombe russe hanno ucciso almeno una persona e ne hanno ferite altre sette nell'importante centro di Sloviansk, ha riferito il sindaco Vadym Lyakh, che prima dell'attacco ha chiesto l'evacuazione rapida dei residenti. Da parte sua Mosca ha accusato l'Ucraina di aver sferrato attacchi sul suolo russo, nella regione di Kursk. Il governatore Roman Starovoit ha parlato di "bombardamenti di artiglieria sugli insediamenti al confine del distretto di Glushkovsky. Esplosioni sono state registrate nel villaggio di Markovo e nel villaggio di Tetkino".

Il premier britannico Boris Johnson, in un nuovo colloquio telefonico con il presidente ucraino Volodymr Zelensky, ha promesso l'invio di nuove armi a Kiev e ha espresso la convinzione che l'Ucraina riuscirà a riconquistare il territorio passato sotto il controllo russo. Mosca ha nuovamente condannato l'invio di armi dall'Occidente, affermando che gli Stati Uniti e i loro alleati vogliono solo il proseguimento della guerra. Non solo, il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha affermato che molte di queste armi "si stanno diffondendo in tutta la regione del Medio Oriente e finiscono anche sul mercato nero".

L'Onu è tornata a denunciare l'alto costo che la guerra sta avendo sui civili, il mancato rispetto del diritto internazionale, i crimini di guerra e gli stupri commessi sul suolo ucraino. Dall'inizio dell'invasione, il 24 febbraio, le Nazioni Unite hanno documentato l'uccisione di 4.889 civili, di cui 335 bambini. Ma, ha avvertito l'Alta commissaria Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, "le cifre reali sono probabilmente molto più alte".