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Presidenziali in Francia, Marine Le Pen per Facebook ha già vinto. Macron umiliato sui social anche da Zemmour

Se nei sondaggi Marine Le Pen è sempre più vicina al presidente uscente Emmanuel Macron, su Facebook ha già vinto lei le elezioni. Secondo i dati raccolti da Bfmtv con lo strumento CrowdTangle, a marzo la candidata del Rassemblement national è quella che ha ottenuto il maggior numero di interazioni, oltre 3 milioni, un record assoluto dall’inizio della campagna elettorale, mentre Macron non è andato oltre 671.300. Sull’intero periodo di analisi, dal 1 dicembre al 31 marzo, Le Pen ha cumulato oltre 7 milioni di interazioni contro 2,2 milioni per il presidente uscente.

 

  

Per la prima volta a marzo Le Pen è riuscita a fare meglio rispetto al diretto rivale di estrema destra, Eric Zemmour, star incontestata sui social, che il mese scorso ha ricevuto 2,3 milioni di interazioni, seguito dal candidato sovranista, Nicolas Dupont-Aignan, con 2 milioni, un’altra star delle piattaforme nonostante solo 2,5 delle intenzioni di voto. Sui social, l’altro grande vincitore è l’estrema destra francese, che riscuote un successo ormai consolidato su Facebook.

 

Per il mese di marzo, il trio Le Pen, Zemmour e Dupont-Aignan è seguito dal candidato di sinistra radicale Jean-Luc Mèlenchon (1,5 milione di interazioni) mentre Macron è al quinto posto. Secondo la classifica globale di Bfmtv, dal 1 dicembre in poi, il miglior risultato sui social è stato ottenuto dal polemista Zemmour, candidato del partito Reconquete, con in tutto circa 8,5 milioni di interazioni, seguito da Le Pen a quota 7, da Dupont-Aignan con 6,1 milioni, Mèlenchon a 3,8 e Macron a 2,2. Il post che a marzo ha suscitato maggiori reazioni e condivisioni è quello del sovranista di Debout la France, con un video nel quale denunciava il «ricatto emotivo» del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo il suo discorso ai parlamentari francesi del 23 marzo. La seconda pubblicazione più popolare è stata una reazione di Zemmour all’annuncio della candidatura di Macron, lo scorso 3 marzo.