“dove erano prima?”

Parole d’odio dell’insegnate ucraina a Otto e mezzo: i giornalisti russi dissidenti non sono eroi

L’argomento della disinformazione è al centro della puntata del 16 marzo di Otto e mezzo, programma tv di La7 condotto da Lilli Gruber. La giornalista ospita in collegamento l'insegnante ucraina Alona Kliuieva, che dice la sua sul tema della serata: “La propaganda le fanno tutte le parti in causa. Facciamo doppi e tripli controlli per avere un’immagine più possibile vicina alla realtà. Io ho amici sparsi in tutte le zone dell’Ucraina ho testimonianze dirette. Qui a Leopoli arrivano persone e profughi che stanno scappando dalla guerra e mi raccontano quello che succede. La mia migliore amica è in una delle zone assediate, Kherson, e lì sono stati lanciati canali russi dove raccontano la loro propaganda. Ma noi eravamo stati avvisati all’inizio della guerra che la Russia avrebbe fatto tutto questo. La gente si fida dell’Ucraina e nessuno crede alle varie fake news, come quella della resa di Zelensky. I russi, visto che la gente è senza soldi e cibo, porta aiuti umanitari, ma molta gente rifiuta visto che sanno che questa è propaganda. Io spero che questa guerra finisca, perché una persona stanchissima e affamata prima o poi si arrende, è un fatto psicologico”.

 

  

 

La Kliuieva commenta poi il gesto della giornalista russa Marina Ovsyannikova, che ha ‘invaso’ lo studio del telegiornale di stato di Mosca mostrando un cartello a favore della fine della guerra: “Per me non è un’eroina come viene mostrata dalla stampa. Noi siamo grati a tutti i russi che sono contro la guerra, ma quelli che lo sono davvero, perché non ha fatto questo gesto nel 2014? Visto che ha un padre ucraino. Ci volevano 8 anni per capire le cose?”. La Gruber chiede conto della protesta a Elena Chernenko, giornalista russa: “Io ammiro il suo coraggio, non sono d’accordo con l’idea relativa al 2014 e agli ultimi 8 anni. Prima dicono ‘che cosa facevate per essere contrari?’ ora invece quando qualcuno si espone non bisogna criticarlo. Ci vuole coraggio, ci vuole audacia, non basta dire perché non l’hai fatto prima, ha rischiato tantissimo con questo gesto, è molto molto difficile trovarsi sotto al fuoco di entrambe le parti. Non si può dire alla gente lo dovevi fare prima, io credo meriti tutta l’ammirazione”.