forza brutale

Tagadà, missili in Ucraina come le bombe a Palermo: Marco Damilano dà del mafioso a Vladimir Putin

Nessun posto dell’Ucraina è sicuro. Nella puntata del 14 marzo di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, è ospite Marco Damilano, da pochi giorni dimessosi dall’incarico di direttore de L’Espresso, che commenta le immagini della palazzina sventrata a Kiev: “Vedendo quella palazzina e quelle immagini impressionanti ho avuto un flash e mi è venuto in mente Via D'Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992 in cui rimase vittima il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Quel condominio sventrato da un missile è molto simile, tutta l’Ucraina è il condominio Europa, ci siamo tutti dentro quella palazzina e quel condominio. Dobbiamo immaginare qualcosa tipo quelle stragi di mafia, immaginiamole moltiplicate centinaia di volte a Kiev, una città che potrebbe essere Roma, Milano o Palermo, con dei civili che diventano il bersaglio. Nessuno deve sentirsi sicuro, neppure ad Ovest, dove c’è un’escalation geopolitica e militare al confine con la Nato. Le trattative vengono condotte da un leader russo che ha una difficoltà, erano preparati ad una guerra molto più rapida, ma - conclude Damilano accusando Vladimir Putin - continua ad esercitare un uso della forza brutale di stampo mafioso”.