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Crisi Ucraina, la Germania conferma: "Lasciare il Paese ora". La guerra a un passo

La guerra in Ucraina è a un passo e la Germania chiede ai cittadini di lasciare il Paese. "Ai cittadini tedeschi è urgentemente richiesto di lasciare adesso l'Ucraina". È quanto si legge sul sito del ministero degli Esteri tedesco. "Le tensioni fra Russia e Ucraina sono aumentate alla luce della massiccia presenza e i movimenti di formazioni militari russe vicino ai confini dell'Ucraina hanno continuato ad aumentare. Uno scontro militare è possibile in ogni momento", si legge ancora.

Anche il governo austriaco e quello francese hanno invitato i connazionali a rientrare urgentemente. E la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha sospeso temporaneamente i voli per Kiev a causa degli sviluppi della crisi ucraina, almeno nella settimana fra il 21 e il 28 febbraio.

  

Mentre sale la tensione nel Donbass il presidente americano Joe Biden sembra non avere più dubbi sulle intenzioni del leader russo in Ucraina ma promette "costi altissimi" se Mosca dovesse invadere il Paese o lanciare una operazione militare. "Sono convinto che Putin abbia deciso di attaccare" ha affermato il presidente Usa. "Noi difenderemo il nostro paese con o senza partner" ha dichiarato il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, intervenendo alla conferenza di Sicurezza di Monaco per la prima volta senza Mosca. Il presidente ucraino ha fatto sapere che sono due i soldati ucraini rimasti uccisi oggi e tre quelli rimasti feriti, precisando che uno dei due militari morti è stato raggiunto da un colpo di artiglieria alle 6 di stamattina e lascia tre figlie di 1, 6 e 10 anni.

Vladimir Putin ha dato il via dalla "situation room" del Cremlino alle manovre militari e missilistiche strategiche in Russia, il tutto nel pieno della crisi con Kiev. Nelle esercitazioni sono coinvolti l'esercito, l'aviazione, le flotte del Nord e del Mar Nero con i loro sommergibili armati di missili nucleari, e le forze missilistiche strategiche. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ricordato che la supervisione di Putin è necessaria quando sono coinvolti missili strategici e da crociera. 

La crisi russo-ucraina si sta trasformando in una crisi di nervi. Con accuse reciproche tra i separatisti del Donbass e il governo ucraino e tra la Russia e l'Occidente. Sullo sfondo il rumore delle armi che si fa sempre più intenso nelle regioni occupate a Est dell'Ucraina. I separatisti filo-russi denunciano le autorità di Kiev di aver esploso i colpi - hanno parlato di 169 mine e proiettili e 122 granate - mentre dall'altra parte il ministero della Difesa ucraino ha affermato di aver registrato 60 violazioni del cessate il fuoco da parte dei ribelli nella regione del Donbass nelle ultime 24 ore, 43 delle quali con armi vietate dagli accordi di Minsk. Tra i colpi un soldato è rimasto ferito. Intanto il leader del governo separatista nella regione di Donetsk, Denish Pushilin, ha annunciato l'evacuazione dei civili in Russia, dove si stanno preparando strutture per accogliere per primi donne, bambini e anziani.

Difficile capire quanto queste notizie facciano parte della strategia della tensione e della guerra dell'informazione, o meglio della disinformazione. Un'arma sempre più usata nelle ultime ore dal versante filorusso, stando a quanto rileva l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. L'Occidente e l'Unione europea esprimono seria preoccupazione. "Tutto ciò deve finire, chiediamo un cessate il fuoco di tali azioni militari e una rapida de-escalation in linea con gli accordi di cessate il fuoco", ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, della presidenza di turno del Consiglio Ue, nella conferenza stampa al termine del Summit Ue-Unione africana a Bruxelles. "Nelle prossime ore vi sarà una stretta cooperazione tra gli alleati europei e gli Stati Uniti. E ovviamente, man mano che la situazione si evolve, forniremo le risposte appropriate", ha aggiunto, invitando a "mantenere la calma" e anticipando la videoconferenza in programma in serata tra il presidente americano Joe Biden - che stamane ha parlato con Draghi - e alcuni leader dei paesi occidentali e dell'Unione europea.

Il pericolo è che la Russia stia trovando il pretesto per mandare all'aria i canali diplomatici e sferrare l'attacco creando "false provocazioni", come ha avvertito il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Si parla di 'false flag', una strategia corsara per attribuire la colpa al nemico e trovare la scusa per innescare un'aggressione. Ma anche a Mosca l'allerta e la preoccupazione sono ai massimi livelli. Il presidente Putin crede che anche l'Occidente stia trovando un modo per introdurre le sanzioni alla Russia "in ogni caso". "Sfortunatamente, in questo momento stiamo assistendo a un aggravamento della situazione nel Donbass", ha detto il capo del Cremlino dopo aver parlato col presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Il leader russo vorrebbe coinvolgere l'amica Bielorussia nell'eventuale conflitto. Fonti dell'Unione europea fanno notare che sarebbe la via più facile per attaccare l'Ucraina e che in caso di conflitto anche il regime di Minsk sarà oggetto di sanzioni, oltre a quelle in essere per la situazione politica.

Intanto gli scontri proseguono all'interno delle due autoproclamate repubbliche, del resto non si sono mai fermati dall'invasione del 2014. L'Ucraina non prevede di usare la forza contro il Donbass o la Crimea: "Ci muoveremo in modo politico e diplomatico, perché ci sono i nostri cittadini, e non li metteremo in pericolo", ha affermato il ministro della Difesa di Kiev Alexei Reznikov. Un altro conto è se la Russia, dal confine esterno, dovesse aprire il fuoco. In quel caso, riferisce un alto funzionario Ue, scatterebbe subito il duro pacchetto di sanzioni che è stato preparato dall'Unione europea e dai leader occidentali.