anno sfortunato?

Squali, record di vittime in Australia: mai così tanti morti

Costanza Cerasi

Ad inizio ottobre è stata confermata la settima vittima di attacchi di squali in Australia quest’anno. Il numero non è così alto da ben 86 anni. Nel 2019 non ci sono stati morti per attacchi di squali in Australia, e negli anni precedenti solo uno o due all'anno. La cifra annuale più alta mai registrata risale al 1929, con nove morti, solo 2 in più rispetto al 2020. La media di un decesso all’anno è rimasta stabile negli ultimi 50 anni, ha detto il portavoce del Taronga Conservation Society Australia. Il numero di attacchi degli squali non è aumentato, 21 incidenti totali, un numero coerente con gli anni precedenti, la differenza è nel tasso di mortalità.

Secondo un articolo della CNN, ci sono una serie di possibili spiegazioni per questa crescita improvvisa di morti a causa degli squali. Diversi esperti hanno tenuto in considerazione l’ipotesi che questo sia solo un anno sfortunato, ma un’altra spiegazione potrebbe essere la crisi climatica.  Con il riscaldamento degli oceani, interi ecosistemi vengono distrutti e costretti ad adattarsi. I pesci stanno migrando in nuovi territori ed i comportamenti delle specie stanno cambiando. Così, seguono le loro prede, gli squali si avvicinano alle coste e gli umani diventano le loro nuove vittime.

  

"Le dinamiche del cambiamento climatico significano che anche il loro habitat adatto in termini di temperatura dell'acqua e distribuzione delle prede sta cambiando,” ha detto Robert Harcourt, ricercatore di ecologia degli squali e direttore del gruppo di ricerca sui predatori marini di Macquarie alla CNN. "Potenzialmente verranno più a contatto con le persone e, allo stesso tempo, l'uso umano dell'oceano è in continuo aumento". 

Harcourt ha descritto il picco di quest'anno come "una vera anomalia", ma a parte il cambiamento climatico, potrebbero esserci anche altri fattori in gioco. La fortuna, ad esempio. Culum Brown, professore presso il Dipartimento di Scienze Biologiche della Macquarie University di Sydney, sostiene che negli ultimi anni ci sono state diverse telefonate ravvicinate in cui la vittima è stata salvata perché in quel momento c'era un operatore sanitario vicino. “Siamo riusciti a salvare diverse persone negli ultimi due anni, solo per la fortuna di avere qualcuno qualificato sul posto per affrontare immediatamente il trauma, e questo fa una differenza enorme", ha aggiunto. Quest’anno, a causa delle condizioni lavorative causate dalla pandemia di Covid-19, questa immediatezza di soccorso può esser venuta a mancare.