da minneapolis a washington

George Floyd, per l'autopsia non è morto soffocato. Le proteste fanno chiudere la Casa Bianca

Ancora una notte di proteste a Minneapolis, nonostante l’arresto, ieri sera, dell’agente di polizia che nei giorni scorsi ha provocato la morte di George Floyd, che ha soffocato tenendo premuto il ginocchio sul collo per nove minuti. Centinaia di persone sono scese in strada nonostante gli appelli della polizia e delle autorità a restare a casa dopo la decisione di imporre il coprifuoco a partire dalle 20 di ieri sera. "Chiedo ai residenti di rispettare il coprifuoco e di andare a casa immediatamente - ha scritto in un tweet il governatore del Minnesota, Tim Walz - Gli agenti devono rispondere alle emergenze, ripristinare l’ordine e garantire la sicurezza degli abitanti del Minnesota". 

  

La protesta che infiamma l'America è arrivata davanto alla Casa Bianca. Centinaia di persone hanno manifestato a Washington. La sede presidenziale è stata chiusa per sicurezza. Tensione tra i manifestanti per l'arresto di un giovane bianco durante le proteste. Prima il presidente americano Donald Trump aveva chiamato la famiglia delle vittime. 

L'autopsia sul cadavere dell'uomo rileva che "non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento". "Gli effetti combinati dell'essere bloccato dalla polizia, delle sue patologie pregresse e di qualche potenziale sostanza intossicante nel suo corpo hanno probabilmente contribuito alla sua morte", dice il referto stolato dal  medico legale della contea di Heppepin. La famiglia di George Floyd ha annunciato che chiederà un'autopsia indipendente.