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Strage di mamme e neonati in un ospedale pediatrico a Kabul: l'Isis fa 15 morti

Dario Martini

Torna il terrore a Kabul. È di 14 morti, tutti civili, tra cui due neonati e 11 donne, il bilancio di un attacco sferrato da uomini armati appartenenti all'Isis contro un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere nella zona occidentale della capitale afghana. I Talebani hanno già negato ogni responsabilità con un messaggio diffuso su Twitter dal portavoce del movimento fondato dal mullah Omar, Zabihullah Mujahid. Secondo la ricostruzione dell’afghana 1TV, l’attacco è iniziato con un’esplosione - probabilmente provocata da un attentatore suicida - e poi un commando di uomini armati è riuscito a entrare nell’ospedale nel distretto di Dasht-e-Barchi, una zona a maggioranza sciita. La tv Tolo parla invece di almeno due esplosioni. Il parlamentare Mahdi Rasekh, citato dall’emittente, ha riferito di diversi medici intrappolati all’interno dell’ospedale. Tariq Arian, portavoce del ministero degli Interni citato dalla stessa tv, ha confermato che le forze di sicurezza afghane hanno tratto in salvo più di 40 persone che si trovavano nella struttura. Ad essere attaccato è stato l’ospedale di Dasht-e-Barchi, dove Msf gestisce il reparto maternità. Su Twitter Msf ha segnalato "spari ed esplosioni", precisando che "si sta ancora cercando di evacuare staff e pazienti". Non è chiaro quanti fossero gli uomini armati del commando che ha assaltato la struttura, ma le autorità hanno dichiarato concluso l’attacco che - stando a 1Tv - è iniziato con un kamikaze entrato in azione per aprire la strada al commando.