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Nell'Ue il virus rallenta. Ma in Gran Bretagna è record di morti

Record di decessi in Gran Bretagna: 980 in 24 ore. In Francia superate le 13mila vittime. Usa, quasi 500mila contagi

Silvia Sfregola
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Il coronavirus sembra allentare la sua morsa in Europa. Il segnale incoraggiante per il Vecchio Continente viene registrato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): "La scorsa settimana abbiamo assistito a un rallentamento in alcuni dei Paesi più colpiti in Europa, come Spagna, Italia, Germania e Francia", ha detto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. E ha avvertito: "So che alcuni Paesi stanno già pianificando la transizione dalle restrizioni sullo stare a casa, ma l'eliminazione delle limitazioni troppo rapidamente potrebbe portare a una ricaduta mortale". Cattive notizie arrivano invece dal Regno Unito dove il numero dei morti, 980 in 24 ore, segna un triste nuovo record. A confermare l'analisi dell'Oms, la Spagna registra il minor aumento giornaliero nel numero delle vittime dal 24 marzo: si contano 605 decessi, che portano il totale a 15.843. I nuovi casi sono 4.576, con tasso di contagiosità al 3%, e il totale arriva così a 152.446, secondo il ministero della Salute. Sia il tasso di contagio, sia quello dei decessi, sono in calo. Dopo due settimane di stop all'attività economica non essenziale, imprese e cantieri dovrebbero poi riaprire lunedì. Scuole, negozi e uffici resteranno chiusi, con la richiesta che le persone lavorino da casa. Lo stato d'emergenza è stato sinora esteso al 27 aprile, ma il premier Pedro Sanchez ha previsto che probabilmente chiederà ulteriori proroghe. In Francia 554 persone sono morte nelle ultime 24 ore, portando così il numero totale dei decessi a 13.197 dall'inizio dell'epidemia, tra cui i 4.599 nelle case di cura. Tra le vittime c'è anche un bambino di neanche 10 anni anche se "le cause della morte - ha precisato il direttore generale della Sanità, Jerome Salomon - tuttavia, sembrano multiple". Un barlume di speranza, con la Pasqua dietro l'angolo, si accende a Parigi, in Francia: la cattedrale di Notre Dame, ancora danneggiata dall'incendio del 15 aprile dello scorso anno, ha ospitato le celebrazioni per il Venerdì Santo. L'arcivescovo Michel Aupetit e tre sacerdoti hanno tenuto una cerimonia con preghiere, canti e letture e hanno adorato la Corona di spine salvata dal rogo. "Siamo in questa cattedrale metà distrutta a testimonianza che la vita è ancora qui", ha detto Aupetit, mentre gli attori Judith Chemla e Philippe Torreton hanno recitato le letture. Situazione del tutto diversa, invece, nel Regno Unito, dove è stato raggiunto un nuovo triste record: in 24 ore sono morte 980 persone, portando così il totale nel Paese a quota 8.958. "Non dimentichiamo mai che dietro questo numero, dietro ogni numero, ci sono un un nome, una perdita e una famiglia che non sarà più la stessa", ha sottolineato il segretario alla Salute, Matt Hancock. È un momento difficile per il Paese, che segue gli sviluppi sulla situazione della salute del premier, Boris Johnson, che ieri è uscito dalla terapia intensiva dell'ospedale St Thomas di Londra, dove è ricoverato. Le sue condizioni sono in miglioramento ma il padre, Stanley, esclude che tornerà subito al lavoro al numero 10 di Downing Street.

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