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La misteriosa polmonite virale dalla Cina fa il primo morto. Cosa c'è da sapere

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Davide Di Santo
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La nuova misteriosa polmonite cinese ha fatto la prima vittima. Si tratta di un uomo di 61 anni morto dopo essere stato ricoverato per problemi respiratori. Soffriva anche di tumori addominali e malattie epatiche croniche ed era cliente di un mercato nella periferia di Wuhan, in Cina, collegato alla maggior parte dei casi del nuovo tipo di coronavirus. Secondo quanto riportato dalla commissione sanitaria municipale di Wuhan altre sette persone sarebbero in condizioni critiche. Quarantuno le persone colpite. Il nuovo coronavirus fa paura anche se, per il momento, non c'è nessun allarme di un'epidemia globale, né della diffusione di una "nuova" Sars. A rassicurare è Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità (Iss). "Gli scienziati cinesi hanno identificato un coronavirus, patogeno della stessa famiglia della Sars (sindrome respiratoria acuta), all'origine dei casi. Ma questo non significa che possa rappresentare lo stesso tipo di pericolo", spiega l'esperto all'Adnkronos Salute. "I coronavirus, negli animali - continua Rezza - sono moltissimi. Per gli esseri umani ne conoscevamo due o tre forme che danno, essenzialmente, raffreddori e qualche polmonite". Poi arrivò la Sars, un coronavirus dei grandi pipistrelli asiatici, che, fra 2002 e 2003, infettando l'uomo, provocò un'epidemia e uccise oltre 700 persone. "Abbiamo poi avuto la Mers (sindrome respiratoria mediorientale, virus dei cammelli), pericolosa ma di difficile diffusione, attiva da una decina d'anni ma rimasta confinata quasi esclusivamente nella penisola arabica". Difficile che il coronavirus appena identificato in Cina possa avere un'evoluzione come quello della Sars, "le cui modificazioni genetiche, che lo resero pericoloso, furono molto particolari, di non facile replica", tranquillizza Rezza. "Da quanto sappiamo - aggiunge - tutte le persone contagiate hanno frequentato un mercato di selvaggina viva. Non mi stupirebbe che, ancora una volta, possa trattarsi di un coronavirus da pipistrello". A tranquillizzare è soprattutto il fatto che "il virus non si trasmette da uomo a uomo. E che, in generale, non sembra avere un'alta letalità e la maggior parte dei sintomi non sono gravi. L'Oms, inoltre, non ha emanato alcuna allerta né ha ipotizzato una riduzione di viaggi e spostamenti dalla località dove si sono verificati i casi". Ovviamente, conclude Rezza, "bisognerà approfondire, conoscere nel dettaglio il virus che è stato identificato ma ora va isolato e studiato". 

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