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La foto dell'anno è una bufala buonista

Pietro De Leo

Saggio sull’immortalità delle sòle, nel fantastico mondo del politicamente corretto. Ci vuol ben poco, con i parametri di oggi, ad indovinare quale possa essere il tema della foto vincitrice del World Press Photo Award di quest’anno. Trattasi del concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, che viene indetto dal 1955. Il tema, dunque. Lo si ottiene mescolando vari ingredienti molto gettonati nel Pianeta Buono. L’immigrazione, certo. Magari con un bambino. Anzi, meglio una bambina. Risultato: la fotografia scattata da John Moore ed intitolata «Crying Girl on the Border». Trattasi di una bimba honduregna, piccolissima, immortalata dallo scatto del fotografo mentre è in lacrime, disperata, al confine tra Stati Uniti e Messico, lo scorso anno. «Il mio obiettivo – ha detto il fotoreporter vincitore – da quando, dieci anni fa, ho iniziato a occuparmi con le mie foto di immigrazione e sicurezza delle frontiere è stato quello di far luce su una tematica che viene spesso raccontata solo attraverso le statistiche». Missione compiuta, indubbiamente. Non soltanto per il riconoscimento ricevuto, ma anche per il fatto che lo scorso anno la foto divenne temporaneamente il vessillo dei sostenitori dell’accoglienza e, soprattutto, dell’antitrumpismo militante. Quell’immagine, infatti, divenne la nota più acuta del... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE QUI