vertice sull'immigrazione

A Vienna scoppia la lite sui migranti. Asselborn sbotta contro Salvini

Carlo Antini

Per Matteo Salvini il bicchiere è mezzo pieno dopo il vertice europeo di Vienna sulla sicurezza e l'immigrazione, anche se i dubbi restano. Non c'è ancora la firma sull'accordo con la Germania, perché alcuni nodi restano irrisolti e la distanza fra il Viminale e il ministro tedesco Horst Seehofer non è ancora colmata. Eppure, il ministro dell'Interno incassa la disponibilità del commissario europeo, Dimitri Avramopoulos, di organizzare missioni congiunte in Africa. In una giornata segnata anche dal battibecco fra Salvini e il lussemburghese Jean Asselborn. Sono volate quasi le scintille alla conferenza in Austria. "Il ministro del Lussemburgo ha dichiarato che in Europa abbiamo bisogno di immigrati perché stiamo invecchiando. Gli ho risposto che io invece lavoro perché i ragazzi italiani (ed europei) tornino a mettere al mondo dei figli perché non voglio nuovi schiavi. Non l'ha presa bene", racconta Salvini su Facebook. A quel punto Asselborn, visibilmente irritato, cerca di prendere la parola e di interrompere più volte il capo del Viminale che, nel frattempo, continua il suo discorso. Tra le altre cose, Asselborn punge: "In Lussemburgo, caro signore, migliaia di italiani sono venuti a lavorare". E poi sbotta: "Et merde alors". Un'uscita bollata come "volgare" dal leader della Lega. Evidentemente, ci sono dei nervi scoperti fra i 27 Paesi sul fronte dell'immigrazione. "Stiamo lavorando con la Germania per affinare l'accordo. L'importante - è il mantra del titolare dell'Interno - è che sia a saldo zero, un accordo che riguardi solo il futuro. Dovrebbe valere solo fino a novembre per verificare la disponibilità reciproca. La mia firma ancora non c'è, perché stiamo aspettando alcuni chiarimenti. Ce l'ho sulla scrivania. Rappresentando il popolo italiano, devo fare gli interessi dell'Italia". Ecco, insomma, i nodi da sciogliere, che includono anche la ridiscussione del Trattato di Dublino e la missione Sophia. Se il decreto migranti è "sostanzialmente pronto e confermo che arriverà settimana prossima", c'è da registrare anche l'idea lanciata da Salvini sugli eventuali rimpatri-lampo: "Ho chiesto ai nostri tecnici se è possibile fare le identificazioni a bordo delle navi", dopo aver soccorso i migranti in arrivo con i barconi. Anche da Malta, che "se ne sta fregando dei suoi doveri". Eppure, questa non è l'unica partita giocata da Salvini a Vienna. Perché, dopo il vertice con gli altri ministri dell'Interno, in agenda c'è l'incontro con il leader del partito nazionalista ed euroscettico del vicecancelliere, Heinz-Christian Strache. "È l'alleanza più antica, più sana e più bella quella tra la Lega e Fpoe, tra il popolo italiano e quello austriaco", detta la linea il segretario del Carroccio, secondo cui "l'obiettivo è la protezione delle frontiere esterne e in prospettiva dell'anno prossimo cambiare completamente l'Europa escludendo i socialisti dal governo europeo", anche con l'ungherese Viktor Orban. "Stiamo lavorando con tanti altri partiti, popoli e governi europei - ribadisce - per cambiare la storia di questo continente e far suonare la sveglia".