L'ATTACCO SULLA RAMBLA

Barcellona, ucciso l'autista-killer della Rambla Younes Abouyaaqoub

Silvia Sfregola

È stato ucciso dalla polizia a circa 50 chilometri da Barcellona, dopo una fuga durata quattro giorni, Younes Abouyaaqoub, il terrorista di origina marocchina che giovedì 17 agosto ha guidato un van a gran velocità sulla Rambla a Barcellona, uccidendo 15 persone e ferendone oltre cento. Indossava un'apparente cintura esplosiva, che gli artificieri tramite un robot hanno verificato essere falsa mentre il corpo dell'uomo era riverso a terra con la faccia rivolta al pavimento. Falsa come quella dei terroristi uccisi a Cambrils giovedì scorso. Il 22enne - ha ricostruito la polizia - dopo l'attacco sulla Rambla era fuggito a piedi, aveva rubato un'auto uccidendone il conducente, si era allontanato senza fermarsi a un posto di blocco e investendo un agente, prima di abbandonare il veicolo. Era ricercato non solo più in Catalogna e in Spagna, ma in tutta Europa, per l'ipotesi che avesse oltrepassato il confine, dopo la strage sulla Rambla e l'attacco di Cambrils, dove un'altra persona è stata uccisa e quattro terroristi abbattuti dagli agenti. Le autorità avevano fatto appello alla popolazione per individuare il terrorista in fuga, diffondendo fotografie che lo ritraggono e descrivendolo come pericoloso e forse armato. Si vous avez des informations sur l'attentat terroriste à #Barcelona #Cambrils mossos.terrorisme@gencat.cat or 937285220 pic.twitter.com/wIkAJespFu— Mossos (@mossos) 21 agosto 2017 A permettere di indivuarlo è stata un'abitante di Subirats, a circa 50 chilometri da BARCELLONA. La donna lo ha visto avvicinarsi alle case, gli ha rivolto la parola e l'uomo è fuggito nelle vigne. Ha allora chiamato la polizia, che lo ha raggiunto. Secondo i media, davanti agli agenti il 22enne avrebbe mostrato la finta cintura esplosiva e urlato "Allahu Akbar", cioéèAllah è grande. La cellula terroristica che ha organizzato gli attacchi, in cui sono morti anche tre italiani, sarebbe stata costituita da almeno 12 persone. La loro base era in una casa di Alcanar, dove il giorno prima degli attacchi si era verificata un'esplosione accidentale. I sospettati stavano infatti preparando attentati dinamitardi con bombole di gas, che sono però esplose costringendoli a rivedere i piani di attacco. Almeno due persone sono morte nella villetta, dove erano state ammassate 120 bombole. Una di esse sarebbe l'imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty, secondo "rilevanti prove" rinvenute sul posto. Il religioso avrebbe avuto un ruolo chiave negli attentati, perché avrebbe contribuito a radicalizzare i giovani. Aveva vissuto anche a Vilvoorde, località belga considerata 'terreno fertile' del jihadismo da cui nel 2014 una trentina di giovani radicalizzati è partito per combattere in Siria. Il furgone dell'imam è stato ritrovato a circa 15 chilometri dalla casa esplosa ad Alcanar. Il religioso, secondo i media, lo avrebbe usato anche per incontri segreti con i giovani che voleva spingere verso l'islam radicale. Intanto, domani martedì 22 i quattro arrestati per gli attacchi terroristici rivendicati dallo Stato islamico domani compariranno davanti ai giudici dell'Audiencia Nacional, a Madrid. Vi saranno trasferiti, ha annunciato la Guardia civile, in modo che non possano comunicare tra loro. Uno di essi, secondo i media il 21enne Mohamed Houli Chemlal, sopravvissuto all'esplosione accidentale di Alcanar, ha collaborato con gli investigatori con dichiarazioni fondamentali per risolvere il 'puzzle' delle responsabilità.