TERRORE IN SPAGNA

Ad armare gli assassini sono i buonisti

Souad Sbai

Ancora una volta la ferocia jihadista colpisce degli innocenti. Bambini, famiglie e ragazzi felici di poter passeggiare lungo la "Rambla" di Barcellona. E che all’improvviso hanno visto la morte arrivare in corsa, dal bianco di quel furgone, l’ennesimo, al rosso del sangue che ha bagnato l’asfalto e di cui ora la Spagna ha gli occhi intrisi. Quella Spagna dove ora mi trovo, sgomenta ma non di certo stupita, perché prima o poi anche qui il colpo sarebbe arrivato. Le persone sono attonite, le vedo dagli sguardi e dai silenzi. Ma così non dovrebbe essere per chi deve affrontare questa minaccia per il compito istituzionale che gli è stato conferito. Quanti morti ancora dovremo raccogliere, quanti corpi dovremo seppellire prima che gli jihadisti vengano combattuti con metodi e strumenti efficaci? Come possiamo pensare di affrontare chi ci ha portato in casa una guerra fatta di morte e terrore, che colpisce tutti noi e la nostra Civiltà, senza renderci conto che è arrivato il momento di agire in modo pragmatico al di là dell’opportunità politica e del buonismo? Che lo ripeterò fino alla fine dei tempi, è la madre di tutti i terrorismi. In tanti anni di battaglie personali e politiche contro il terrorismo jihadista ho costruito un gruppo di esperti di livello internazionale che mi hanno dato delle chiavi di lettura assolutamente lucide e scevre dalla demagogia, che troppo spesso condiziona le scelte di chi dovrebbe affrontare le tematiche della sicurezza nazionale in modo nuovo e tecnicamente efficace per arrivare a dei risultati concreti nel solo interesse della sicurezza nazionale. Conosco bene quel mondo, e so che chi è disposto a uccidere innocenti e ad essere ucciso a sua volta non può essere trattato come un normale prigioniero. La demagogia davanti ai corpi senza vita di vittime innocenti, sarebbe non solo politicamente complice ma anche umanamente da voltastomaco. Le istituzioni devono... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI