ATTACCO KAMIKAZE A MANCHESTER

Bomba al concerto dei teenager: 22 mortiL'Isis rivendica: un arresto

Silvia Sfregola

Torna il terrore nel Regno Unito, a 12 anni dagli attacchi di Londra. Un kamikaze si è fatto esplodere al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande nel palazzetto Manchester Arena e l'ultimo bilancio, diffuso dalla polizia locale, è di 22 morti e di almeno 60 feriti. E mentre l'Isis ha rivendicato l'attacco in un comunicato diffuso su Telegram e attraverso i canali dell'agenzia Amaq (parlando di un "soldato del Califfato" che ha piazzato l'esplosivo "nei luoghi dove si radunano i crociati") la polizia britannica ha arrestato a Chorlton, nella zona a sud di Manchester, un 23enne per legami con la strage. Si tratta di Salman Abedi, nato in Gran Bretagna nel 1994 da genitori libici, rifugiati politici in fuga dal regime di Gheddafi. Non è ancora chiaro se fosse un lupo solitario o se abbia agito con il supporto di fiancheggiatori. "Aveva un ordigno rudimentale e si è fatto esplodere", ha spiegato il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins. "La priorità ora è capire se sia parte di una rete", ha aggiunto la premier Theresa May, ricordando che "il livello della minaccia resta alto, vi possono essere ulteriori attentati". La dinamica Mentre un pubblico composto soprattutto di teenager lasciava la manchester Arena, impianto da 21 mila posti, poco dopo le 22.30, l'attentatore ha azionato il suo ordigno tra la folla davanti alla Victoria station, la stazione della metro: 22 i morti, 59 i feriti. "Uno dei soldati del Califfato è stato capace di piazzare un ordigno esplosivo in mezzo a un raduno di Crociati nella città di manchester", ha annunciato la Stato islamico rivendicando l'attacco con un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa Amaq e ripreso da Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste online.  Le vittime identificate Tra le vittime vi sono 12 bambini: la più piccola, Saffie Rose Roussos che aveva 8 anni. La prima essere a stata identificata è la studentessa diciottenne, Georgina Callander. Le indagini Nel pomeriggio la polizia ha arrestato un 23enne a Chorlton, a sud di Manchester, vicino a un negozio della catena "Morrisons", perché ritenuto legato all'attacco. Il direttore generale dell'MiS, il servizio di sicurezza britannico MI5, Andrew Parker, ha rivelato che "sono in corso numerose operazioni" dopo l'attacco "disgustoso" di ieri sera, garantendo il massimo impegno dell'agenzia "per combattere il flagello del terrorismo". A seguito della riunione del comitato di emergenza Cobra che si è tenuta questa mattina, la premier ha confermato che "la polizia e i servizi di sicurezza sono convinti che si tratti di un solo uomo che ha fatto deflagrare un ordigno ma dobbiamo capire se ci sono complici, ci vorrà del tempo". Nel pomeriggio è prevista una nuova riunione di Cobra. In seguito il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, ha confermato che l'attentato è opera di un kamikaze ma non ha fornito i dettagli della dinamica. Gli investigatori, però, sono certi che ad agire sia stata una sola persona, i cui resti sarebbero stati ritrovati insieme a quelli delle vittime. Gran Bretagna sotto choc: la campagna sospesa Nel frattempo la pop star Ariana Grande, rimasta illesa nell'attacco alla Manchester Arena dove si era appena esibita commenta la tragedia su Twitter; "Distrutta. Dal profondo del mio cuore, sono così tanto dispiaciuta. Non ho parole". Stanotte invece la premier britannica Teresa May ha diffuso un messaggio di cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime definendo l'esplosione "un orrendo attacco terroristico" broken. from the bottom of my heart, i am so so sorry. i don't have words.— Ariana Grande (@ArianaGrande) 23 maggio 2017 L'attacco è arrivato nel pieno della campagna elettorale per il voto anticipato dell'8 giugno. La prima a sospendere tutte le attività è stata la premier conservatrice, seguita dal leader laburista Jeremy Corbyn. "I terroristi non vinceranno mai, i nostri valori e il nostro stile di vita prevarrà", ha dichiarato May che è appena arrivata a Manchester per visitare il luogo della strage e per un incontro con il capo della polizia e con il sindaco. "L'intera nazione è sotto shock per le persone rimaste uccise e ferite, adulti e bambini che si stavano solo godendo un concerto - ha dichiarato la regina Elisabetta in un comunicato - Voglio ringraziare tutti i membri dei servizi di emergenza che hanno risposto con professionalità e attenzione. E voglio anche esprimere la mia ammirazione per il modo in cui i cittadini di manchester hanno reagito, con umanità e compassione, a questo atto barbaro". I dispersi Centinaia di persone continuano la ricerca dei propri familiari e amici. Al momento, secondo i media locali, vi sarebbero 12 dispersi. Tra coloro che continuano le ricerche c'è anche Charlotte Campbell, di Manchester, che al programma Today della Bbc ha annunciato la scomparsa della figlia di 15 anni, Olivia. "L'ultima volta che l'ho sentita erano le 20,30, era al concerto, e mi ha ringraziato per averla fatta andare", ha spiegato la donna. Olivia era al concerto con l'amico Adam, ritrovato questa mattina in ospedale. Come è già successo durante gli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015 e di Bruxelles del 22 marzo del 2016, fra i cittadini è scattata la solidarietà tramite i social network: su Twitter è stato lanciato l'hashtag #Roomformanchester, tramite il quale le persone offrono stanze libere per accogliere chi si trova in difficoltà a causa della situazione. Dopo la strage, due hotel vicini alla Manchester Arena, l'Holiday Inn e il Premier Inn, hanno accolto durante le notte i minori che non hanno potuto tornare nelle loro case. Facebook ha attivato per le persone che erano nella zona colpita dall'attentato il suo Safety Check, la funzione per comunicare ai propri amici che non si è rimasti colpiti dall'esplosione. I tassisti della città hanno offerto corse gratis per tutta la notte per chi doveva tornare a casa o cercava parenti o amici coinvolti nell'attentato. La polizia ha anche attivato una linea telefonica di emergenza per le persone che stanno cercando gli spettatori dispersi.