IL TERRORE TRA NOI

L'Isis rivendica la strage di Istanbul

La dinamica dell'attacco, quell'uomo che, fucile alla mano, apre il fuoco sulla folla inerme, avevano subito richiamato alla mente le immagini del Bataclan. E con loro l'idea che, dietro la strage alla discoteca Reina di Istanbul ci fosse lo zampino dello Stato Islamico. Ora quella che sembrava solo un'ipotesi è diventata realtà: lo Stato islamico ha rivendicato l'attentato della notte di Capodanno. Nel testo, pubblicato dall'agenzia Amaq, si parla di "un eroico soldato del Califfato": "Continuando le benedette operazioni che lo Stato islamico sta conducendo contro il protettore della croce, la Turchia, un eroico soldato del Califfato ha colpito una delle più famose discoteche in cui i cristiani celebrano la loro festività apostata". Insomma anche gli jihadisti confermano che l'assalto è stato condotto da un uomo solo (anche se gli inquirenti continuano a lavorare sull'ipotesi di un commando), ma non dicono di più sulla sua identità. Secondo i social network, infatti, l'uomo ritratto nelle fotografie pubblicate ieri non sarebbe il killer anzi, avrebbe contattato la polizia per escludere qualsiasi coinvolgimento nell'azione. In ogni caso, secondo quanto riferiscono i media locali, le autorità turche ritengono che il killer potrebbe essere originario dell'Asia centrale, Kirghizistan o Uzbekistan. Non solo, scrive Hurriyet, potrebbe essere legato alla stessa cellula che a giugno colpì l'aeroporto Ataturk. Lo scorso 30 dicembre, prosegue il quotidiano, il governo aveva ricevuto segnalazioni dai servizi Usa su possibili attacchi a Istanbul o ad Ankara nella notte di Capodanno.